All'Eliseo sogni a colori per creature bizzarre: in scena Il Maestro e Margherita

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La Mosca degli Anni Trenta, con tutto il suo fascino, i colori e le...

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La Mosca degli Anni Trenta, con tutto il suo fascino, i colori e le contraddizioni di bizzarri personaggi, in scena al Teatro Eliseo fino a domenica 3 febbraio. Il grande Michele Riondino, nei panni del protagonista Wolande, insieme a Francesco Bonomo, Federica Rosellini e uno straordinario gruppo di attori diretti da Andrea Baracco - pluripremiato negli ultimi anni per le sue regie shakespeariane, dal Giulio Cesare all'Amleto - fanno rivivere "Il Maestro e Margherita", uno dei romanzi più acclamati di Michail Bulgakov. Parterre d'eccezione alla prima della pièce ieri sera. A riempire le prime file dello storico teatro di via Nazionale tanti volti noti del mondo del cinema e dello spettacolo, ma anche della politica, tutti rapiti dalla maestosità dei costumi e le travolgenti musiche, oltre che dall'appassionante vicenda, un turbinio di amore, morte e follia. Affascinati nel rivivere le pagine di questo eclettico romanzo le attrici Lina Sastri, Donatella Finocchiaro e la mitica Giovanna Ralli. Un appuntamento imperdibile anche per le signore Bertinotti e Letta, elegantissime, e poi ancora gli attori - e amici di Riondino - Roberto Ciufoli, Francesco Scianna e l'esordiente Massimiliano Frateschi. Nel foyer ecco arrivare anche Antonella Elia con l'inseparabile amica Claudia Cirilli, divertite tra i flash dei fotografi e i selfie prima di entrare, Cristiana Vaccaro, Massimiliano Davoli, Rosanna Cancellieri e Roberta Beta con il figlio Filippo, in una delle sue prime e timide uscite pubbliche. Cercare di dare vita alle magiche e perturbanti pagine de "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov, è forse una delle cose più eccitanti - e difficili - che possa accadere a chi fa teatro, e l'eccezionale cast capitanato da Michele Riondino, sotto lo sguardo del regista Baracco, riesce nell'impresa. L'interminabile applauso in sala prima del sipario è più eloquente di qualsiasi recensione. Un romanzo complesso ma colorato, in cui si intrecciano numerose linee narrative, dentro il quale prendono vita circa 146 personaggi che costituiscono una sorta di panorama dell'umano e del sovraumano. "Si passa dal registro comico alla tirata tragica - spiega il regista Andrea Baracco - Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico in cui ci si muove sempre sulla soglia dell'impossibile. A volte si ride, a volte si piange, spesso si ride e piange nello stesso momento. Insomma, in questo romanzo, si vive, sempre". Un romanzo di vita, forse proprio questo il segreto di tanto successo.
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Il Messaggero