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È la Lupa Capitolina, con i suoi “cuccioli” Romolo e Remo, a dare il benvenuto ai visitatori della mostra “Rome, the Eternal City: Masterpieces from the Capitoline Museums’ Collections”, dedicata ai capolavori dei Musei Capitolini, inaugurata il 15 settembre a Tokyo, dal sovrintendente Claudio Parisi Presicce, accompagnato dall’ambasciatore d’Italia in Giappone, Gianluigi Benedetti, al Tokyo Metropolitan Art Museum, il più visitato del Paese. Una vetrina dei tesori della Capitale che affianca la tournée dell’Opera di Roma: il Costanzi in questi giorni (fino al 26 settembre al Bunka Kaikan di Tokyo e al Kanagawa Kenmin Hall di Yokohama) presenta l’eccellenza italiana, con i capolavori di Verdi e Puccini, diretti da Michele Mariotti, la creatività di Zeffirelli per la messa in scena di Tosca e di Valentino per i costumi della Traviata riletta dalla regista Sofia Coppola.
L’OMAGGIO
Una comunità romana e internazionale che ieri ha reso omaggio alla Lupa e alla Venere capitolina, raggiante al centro del museo, e poi calchi in gesso, a grandezza naturale, dei frammenti della statua colossale di Costantino «con sculture, dipinti, monete e litografie provenienti dai Musei Civici della Capitale, che rappresentano la storia e l’arte di Roma, Città eterna», spiega il sovrintendente Parisi Presicce illustrando il percorso dell’esposizione dall’epoca della fondazione fino all’età moderna.
INCONTRI
«Un onore per me presentare questi tesori», commenta Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative, in Giappone in rappresentanza del sindaco Gualtieri che è rimasto a Roma, essendo saltati gli incontri previsti con i ministri dell’Economia e degli Esteri giapponesi per il sostegno alla candidatura di Roma Expo, a causa del rimpasto di governo avvenuto, qui, nei giorni scorsi. «In un mondo dilaniato dai conflitti», aggiunge Zevi «siamo fieri di questa operazione di diplomazia culturale.
MITOLOGIA
L’esposizione è stata ideata come un tour alla scoperta della bellezza bimillenaria della Città eterna. «Nella prima sala», spiega il sovrintendente «l’origine mitologica in tutte le sue declinazioni. Un esemplare in bronzo della celebre Lupa, simbolo della città, oggi esposta all’ingresso del Palazzo Senatorio, le urne funerarie con illustrazioni dell’allattamento». Nella seconda sala, l’epoca gloriosa con i busti dei grandi che hanno scritto la storia: Giulio Cesare, il feroce Caracalla, Traiano, Adriano, fino ai frammenti della statua colossale di Costantino, la cui sola testa misura 1,8 metri. Un prezioso reperto, donato ai cittadini romani, insieme con la Lupa, da Sisto IV nel 1471, e che costituisce parte del nucleo fondativo dei Musei Capitolini. Quindi, il periodo d’oro del Rinascimento e del Barocco, quando la città divenne meta dei Grand Tour, con opere pittoriche, da Tintoretto a Caravaggio (il suo San Giovanni Battista sarà esposto solo nella sede di Fukuoka, mentre la Venere resterà a Tokyo), fino agli artisti dell’Ottocento.
LA STORIA
Un capitolo è dedicato alla storia dei Musei Capitolini, dalla donazione di Sisto IV al progetto di Michelangelo per la piazza e il complesso museale, all’incremento delle collezioni a opera di Clemente XII con l’acquisto della collezione Albani, fino all’istituzione della Pinacoteca per volontà di Benedetto XIV con le collezioni Sacchetti e Pio di Savoia. «Abbiamo scelto alcuni dipinti», continua Presicce, «che illustrano la nascita del progetto di Michelangelo e la sua rivoluzione nel concepire la piazza». Per finire la sezione dedicata al rapporto che nel corso dei secoli si è consolidato tra i Musei Capitolini e il Giappone e all’anniversario della missione Iwakura che ha influenzato l’educazione artistica del paese nipponico.
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