"1997: Fuga da New York", i quarant'anni del film di John Carpenter che cambiò il cinema

"1997: Fuga da New York", i quarant'anni del film di John Carpenter che cambiò il cinema
«Il leader più importante del mondo è in ostaggio nel luogo più pericoloso della Terra. Ora l'unico a poterlo salvare è l'uomo più...

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«Il leader più importante del mondo è in ostaggio nel luogo più pericoloso della Terra. Ora l'unico a poterlo salvare è l'uomo più letale al mondo».

Era il 10 luglio del 1981 quando “1997: Fuga da New York” rivelò al mondo il genio di John Carpenter, prima di allora bistrattato dalla critica e con pochi successi all’attivo. Il soggetto era stato scritto inizialmente pensando a Clint Eastwood come protagonista; il casting avrebbe preferito Tommy Lee Jones, ma il regista americano scelse per la parte Kurt Russell, nella parte dell’ex militare Snake Plissken (Iena nella versione italiana), pregiudicato e pronto a tutto, che viene catapultato su Manhattan con una missione ad altissimo rischio, ma con il potenziale di ripulirgli la fedina penale: liberare il presidente degli Stati Uniti, catturato da una banda di criminali. 

 

Il film si svolge in una cornice distopica ben precisa: «1988: l'indice di criminalità negli Stati Uniti raggiunge il quattrocento per cento. Quella che un tempo fu la libera città di New York diventa il carcere di massima sicurezza per l'intero paese. Un muro di cinta di quindici metri viene eretto lungo la linea costiera di Jersey, attraverso il fiume Harlem, e giù lungo la linea costiera di Brooklyn. Circonda completamente l'isola di Manhattan, tutti i ponti e i canali sono minati. La forza di polizia statunitense, come un esercito, è accampata intorno all'isola. Non vi sono guardie, dentro il carcere. Solo i prigionieri e i mondi che si sono creati. Le regole sono semplici: una volta entrati, non si esce più».

 

Russell, una benda su un occhio, che dice “che parliamo a fare?” a chi gli propone l’accordo, è tra le immagini iconiche della storia del cinema. Carpenter deve certamente qualcosa a un altro celebre film di due anni prima, “I guerrieri della notte” di Walter Hill, per come descrive la guerra tra bande metropolitane. Ma di certo il suo “Fuga da New York” ha ispirato tutto un genere futuribile e apocalittico, con proseliti anche in Italia (vedi 2019 - Dopo la caduta di New York (1983), di Sergio Martino e 1990 - I guerrieri del Bronx di Enzo G. Castellari), ma anche Solid Snake, protagonista della serie "Metal Gear Solid" di Hideo Kojima.  Bisognerà aspettare il 1996 per il sequel “Fuga da Los Angeles” sempre diretto da John Carpenter. Ma sarebbe impossibile elencare tutti i film con fughe rocambolesche da carceri di massima sicurezza - come "Death Race" - che devono qualcosa a questo film. Ma in fondo, è normale aspettarselo: «Più le cose cambiano, più restano le stesse».

L’anno successivo, Carpenter avrebbe dato sfogo alla sua vena creativa con “La cosa”, un vero capolavoro dell’horror, in cui il terrore viene scatenato da un “nemico” invisibile. Kurt Russell avrebbe continuato una gloriosa carriera, diventando uno degli attori preferiti di Quentin Tarantino, e comparendo anche in “Fast & Furious 7” e “Guardiani della Galassia Vol. 2”.

 

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Il Messaggero