Naturalmente, Sì, viaggiare, ma green e sostenibile

Naturalmente, Sì, viaggiare, ma green e sostenibile
I numeri parlano chiaro: l'industria del tempo libero è il primo settore economico al mondo. Il solo turismo e il suo indotto valgono sono dati World Trade Organization...

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I numeri parlano chiaro: l'industria del tempo libero è il primo settore economico al mondo. Il solo turismo e il suo indotto valgono sono dati World Trade Organization - il 10% del Pil mondiale, il 30% delle esportazioni di servizi, il 10% di tutti gli occupati. Ma gli straordinari risultati non sono solo rose e fiori, anzi! Le previsioni sono inquietanti: all'ultimo G20 sul turismo hanno calcolato che nel 2030 i viaggi internazionali supereranno l'incredibile cifra di 1,8 miliardi. I casi di overtourism, l'«eccesso di successo» di alcune destinazioni, provocano già adesso problemi di gestione dei servizi e convivenza con i residenti. Sostenibilità è quindi la sfida nuova che il moderno turismo deve affrontare.


DIFFERENZE
«Sono anche i cambiamenti climatici a richiedere un cambio di prospettive: il turismo diventa green e sostenibile, con prolungamenti di stagione», afferma Magda Antonioli, cattedra alla Bocconi di Milano in marketing del turismo, vice presidente di Enit e da pochi mesi dell'Etc, l'European Travel Commission. Quest'ultimo è un punto di osservazione estremamente interessante per intercettare il sentment dei moderni viaggiatori, siano essi i millennial, la generazione Greta o genericamente tutti noi. «Oggi ricorda Antonioli - ad orientare il viaggiatore non è più solo il budget, ma sono anche le scelte etiche». I governi si muovono di conseguenza ed ecco così i tanti protocolli internazionali firmati negli ultimi anni per contenere le emissioni di Co2 e quindi spingere sulle alternative al trasporto aereo. Un problema in prospettiva per un Paese fortemente turistico come l'Italia ma estremamente lungo e con una rete ferroviaria in molte aree insufficiente e inadatta ai turisti. Con le nuove tendenze comunque bisogna fare i conti.

Oggi chi viaggia non vuole solo vedere un luogo, ma viverlo, fare esperienza vera, lasciarsi attraversare dai valori identitari della destinazione. E diventarne allo stesso tempo parte e testimonial: ecco quindi il commentare sui social i dettagli della camera del b&b, condividere l'esperienza, partecipare in prima persona alla parte creativa del territorio. Non più turismo di massa in mete abusate e non luoghi tutti uguali e omologati, ma nicchie molteplici; non più viaggi lunghi, ma brevi e frequenti; non più nei due mesi estivi centrali, ma tutto l'anno. «Il turismo - afferma Enrica Lemmi, docente di geografia all'Università di Lucca - sta subendo rapidi cambiamenti, dalla globalizzazione dei mercati, alla sharing economy, all'evoluzione dei servizi e delle infrastrutture».

ASPETTATIVE
Mutamenti che rendono il settore sempre più competitivo e instabile, riducendo le cosiddette posizioni di monopolio di importanti destinazioni turistiche. «Le trasformazioni e la necessità di soddisfare le aspettative di una domanda sempre più diversificata spiega la docente toscana - richiedono costanti adeguamenti dell'offerta, mediante un modello di sviluppo turistico integrato, condiviso fra attori pubblici e privati da un lato e un continuo aggiornamento delle nuove tecnologie della comunicazione, dall'altro». È di fatto la creazione di una dinamica di co-progettazione del territorio dove la costruzione dell'immagine della meta non è merito solo di chi vende il prodotto turismo, ma anche di chi lo consuma. Si chiama turismo esperienziale.
«Al suo interno afferma Lemmi - si costruisce l'immaginario del turista contemporaneo, che si orienta verso formule innovative incentrate sulla ricerca di sé, sul desiderio di avventura e di scoperta del genius loci. È l'evoluzione del prodotto turistico tradizionale, anche pluritematico, verso un prodotto destinazione, in cui rivestono un ruolo centrale le dinamiche e gli attori digitali, che attraverso app e dispositivi mobili consentono il passaggio dalla dimensione ludica della pratica turistica alla narrazione dell'esperienza di viaggio». Dal piatto di orecchiette pugliesi o del cannolo siciliano, alla ricetta dello chef famoso, all'immagine del picnic a bordo fiume, è tutto un fotografare e postare sui social l'esperienza che si sta vivendo in viaggio.
LA RETE
«Si parla, quindi, di instagrammability dice ancora la prof. Lemmi - per indicare quanto una foto riscuota appeal su Instagram, oppure di videomapping delle mete turistiche come un nuovo approccio di esplorazione». «Ma attenzione - ammonisce perché a fronte di tutto ciò, stanno emergendo anche figure di turisti in fuga da iperconnessione, stress e inquinamento quotidiano: sono i cosiddetti switch off». Ognuno si costruirà quindi un viaggio a misura, secondo le proprie aspettative e così stesse mete avranno valenze diverse. Un esempio sono i percorsi sulle strade degli antichi pellegrini, la via Francigena, piuttosto che il Cammino di Santiago di Compostela: il giovane cercherà momenti per socializzare, il sessantenne spazi spirituali. «L'approccio tailor-made del viaggio, customizzabile sulla singola persona, unito alle funzionalità del mondo digital, darà sempre più origine a nuovi sistemi turistici territoriali prevede Lemmi - in cui la pluralità di azioni e strumenti finalizzati alla gestione integrata delle risorse favoriranno il dialogo fra il visitatore e l'operatore locale, agendo sulle leve delle competitività e della visibilità della destinazione turistica».
PROBLEMI

Resta da capire come evitare che il turismo inquini in senso lato il territorio. Per esempio quando grandi folle decidono di partecipare ai mega concerti o ai festival di richiamo, creando difficoltà agli abitanti. Non tutto può e non deve - essere regolato, ma chiaramente i problemi esistono. Se ne è parlato perfino a livello mondiale il mese scorso a Kutchan sull'isola di Hokkaido in Giappone al G20 sul turismo. «Abbiamo discusso e lavoriamo racconta la sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi che ha partecipato per l'Italia per un turismo sempre più sostenibile e digitale, in cui le comunità locali, l'innovazione e il rispetto per l'ambiente giocano un ruolo centrale». L'incontro dei ministri del turismo aveva al centro tre focus: come massimizzare il contributo anche del turismo nell'ambito degli obiettivi dello sviluppo sostenibile che l'Onu ha fissato con Agenda 2030; come gestire il turismo a beneficio dei visitatori e delle comunità locali; come aumentare il ruolo dell'innovazione e della trasformazione digitale nella promozione del turismo sostenibile.
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Il Messaggero