Maker Faire 2019 a impatto zero grazie a due start up che piantano alberi e monitorano le emissione di gas serra

Maker Faire 2019 a impatto zero sull'ambiente. Quest'anno i temi forti della più importante manifestazione dell'innovazione a livello europeo, sono carbon...

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Maker Faire 2019 a impatto zero sull'ambiente. Quest'anno i temi forti della più importante manifestazione dell'innovazione a livello europeo, sono carbon neutral e plastic free, che significa attenzione massima all'ambiente, con emissione di CO2 compensati dalla piantumazione di alberi e uso di energia da fonti riutilizzabili.


Maker Faire 2019: la pattumiera smart che differenzia i rifiuti al posto nostro

Negli stand di Maker Faire, anche la startup ZeroCO2, fondata da Andrea Pesce ed altri giovani dalle idee green, che si occupa di riforestazione ad alto impatto sociale, offrendo a privati ed aziende la possibilità di compensare il proprio impatto ambientale grazie alla piantumazione di alberi. Attraverso Chloe, l’innovativo sistema di tracciamento e trasparenza sviluppato da ZeroCO2, è possibile monitorare la crescita del proprio albero online, con fotografie che ne testimoniano la crescita. «Noi compensiamo le emissioni di Co2 piantando alberti da frutto nelle comunità del Guatemala, a cui li doniamo per il loro sostegno economico e alimentare, e nei prossimi mesi, vorremmo lanciare un progetto di piantumazione anche in Italia» racconta Pesce, che proprio sulle pagine del Messaggero raccontò la sua iniziativa.
 

Parallelamente a questo, anche il lavoro di LCA_lab srl, spin-off ENEA (Bologna) che invece per tutto il periodo della Fiera si occupa del calcolo dell’impronta climatica dell’evento. L'obiettivo è calcolare le emissioni di anidride carbonica equivalente generate durante i tre giorni di apertura della fiera, per una loro successiva compensazione. La metodologia LCA, grazie all'utilizzo di banche dati internazionali e algoritmi di calcolo scientificamente riconosciuti, si basa sulla stima delle emissioni non solo dirette, ma anche di quelle cosiddette indirette, ovvero "incorporate" nella vita di tutti i materiali che compongono quello che usiamo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero