Dal Festival di Sanremo alle aule di Piazzale Clodio. Il tribunale di Roma ha spedito a giudizio Rosita Celentano. La bella conduttrice tv, più nota per essere la primogenita di...
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LO SCONTRO
E' il 9 novembre del 2009. Gli studi sono quelli di Domenica5, conduttrice Barbara d'Urso. Ospite d'onore il playboy Matteo Guerra, ex corteggiatore di Uomini e Donne; opinionista Rosita Celentano. Ed è proprio lei a scatenare lo scompiglio nel programma. In quella puntata il protagonista è Guerra, latin lover televisivo all'epoca al top. In studio si parla della sua ultima presunta fiamma, Sara Tommasi, presente. A quel punto Rosita Celentano, mentre dondola su un cavallo di legno, in un estremo tentativo di offendere Guerra dà delle «sciacquette» alle sue conquiste: le ultime, in ordine di notorietà, Manuela Arcuri, la Varone, la Tommasi e Daniela Martani, appena uscita dalla casa del Grande Fratello nove.
IL LATIN LOVER
Sentendosi chiamata in causa per la sua storia con Guerra, la Varone da casa telefona in trasmissione e dopo aver intimato alla Celentano di evitare simili denigrazioni, si scaglia contro Matteo Guerra dicendogli: «Non vali nulla. Ricerchi storie con donne famose per pubblicità». Lui risponde a tono: «Cafona», «ridicola». Così pure il bel Guerra è finito ora a giudizio a Piazzale Clodio, insieme alla sua «nemica» Rosita Celentano.
L'ACCUSA
A firmare la richiesta di rinvio a giudizio per entrambi era stato il pm Eugenio Albamonte. L'indagata Rosita Celentano, in particolare, aveva scritto il magistrato, «insieme ad altri offendeva la reputazione di Sara Varone definendola più volte in diretta tv «sciacquetta», «sgallettata» e «cosa di poco conto». Fatti commessi presso gli studi televisivi Videotime in Cologno Monzese». «Magari mi querelasse» aveva detto poi in studio la bella Rosita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero