Dal Festival di Sanremo alle aule di Piazzale Clodio. Il tribunale di Roma ha spedito a giudizio Rosita Celentano. La bella conduttrice tv, più nota per essere la primogenita di Adriano Celentano e Claudia Mori, aveva dato della «sciacquetta» alla show girl romana Sara Varone ritrovandosi così con una grana giudiziaria sulle spalle. Oggi si aprirà il processo a suo carico e dovrà sedere sul banco degli imputati del tribunale monocratico di Roma con l'accusa di diffamazione. Passi per la definizione di «sgallettata» e «cosa di poco conto» ma quando la show girl Sara Varone (per un periodo nel cast fisso di Buona Domenica su Canale 5, ora assistita nella sua battaglia giudiziaria dall'avvocato Armando Fergola) si era sentita dare in tv della «sciacquetta» aveva affrontato la figlia dell'Adriano nazionale con una telefonata in diretta. «Sciacquetta io? Come ti permetti?». La Varone, diplomatasi al Giulio Cesare di Roma e laureata in psicologia clinica alla Sapienza, a quella offesa non ci sta.
LO SCONTRO
E' il 9 novembre del 2009.
IL LATIN LOVER
Sentendosi chiamata in causa per la sua storia con Guerra, la Varone da casa telefona in trasmissione e dopo aver intimato alla Celentano di evitare simili denigrazioni, si scaglia contro Matteo Guerra dicendogli: «Non vali nulla. Ricerchi storie con donne famose per pubblicità». Lui risponde a tono: «Cafona», «ridicola». Così pure il bel Guerra è finito ora a giudizio a Piazzale Clodio, insieme alla sua «nemica» Rosita Celentano.
L'ACCUSA
A firmare la richiesta di rinvio a giudizio per entrambi era stato il pm Eugenio Albamonte. L'indagata Rosita Celentano, in particolare, aveva scritto il magistrato, «insieme ad altri offendeva la reputazione di Sara Varone definendola più volte in diretta tv «sciacquetta», «sgallettata» e «cosa di poco conto». Fatti commessi presso gli studi televisivi Videotime in Cologno Monzese». «Magari mi querelasse» aveva detto poi in studio la bella Rosita.