Rimane chiuso in libreria, lo liberano grazie a Twitter La disavventura virale di un turista Usa

Rimane chiuso in libreria, lo liberano grazie a Twitter La disavventura virale di un turista Usa
Pensava di dare una rapida occhiata e invece ha rischiato di passare la notte in libreria. Ma nello stesso tempo è diventato un fenomeno di Twitter. Tutto ciò è successo a...

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Pensava di dare una rapida occhiata e invece ha rischiato di passare la notte in libreria. Ma nello stesso tempo è diventato un fenomeno di Twitter. Tutto ciò è successo a David Willis, texano in vacanza in Europa, che è rimasto chiuso per ore nella libreria Waterstones di Trafalgar Square a Londra ed è stato «liberato» soltanto grazie al social network.








Il ragazzo, arrivato nella capitale inglese dopo aver visitato Roma e Pompei, era entrato nel negozio poco prima dell'orario di chiusura, le 9 di sera, e mentre dava un'occhiata ai libri ne aveva approfittato per salire al piano superiore e connettersi alla rete wi fi.



Impegnato a chattare, non si è accorto che Waterstones stava chiudendo i battenti e quando è sceso di sotto si è trovato bloccato dentro, con tanto di portone chiuso e serrande abbassate. Così ha fatto la prima cosa che gli veniva in mente: ha twittato e condiviso su Instagram una foto della sua «prigionia». David ha poi provato a fatto scattare l'allarme e chiamato la polizia, il tutto senza successo. Confidava che qualcuno sarebbe tornato ad aprirgli, ma le ore passavano e non si vedeva nessuno.



A quel punto ha pensato bene di inviare un tweet direttamente alla Waterstones: «Sono bloccato da due ore nel vostro negozio di Trafalgar Square. Per favore fatemi uscire» è stato il suo ultimo grido di dolore prima della liberazione, avvenuta a mezzanotte passata e annunciata ai suoi numerosi follower con un altro tweet: «Sono libero».



La disavventura ha fatto guadagnare a David un buon numero di followers e un hashtag virale: #waterstonestexan (il texano da Waterstones). Tra chi lo prendeva in giro e chi si disperava con lui i suoi tweet d'aiuto sono stati retwittati qualcosa come 12mila volte e la stessa Waterstones ha approfittato dell'involontaria pubblicità retwittando la foto della «prigionia» per consigliare qualche libro da leggere. Anche se a vincere sono stati i concorrenti del Foyles Bookshop, che hanno ironizzato postando la foto di uno scheletro con la didascalia: «Non preoccuparti Waterstones, è successo anche a noi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero