Dovrebbe sembrare una tigre bianca, dal momento che lo è, ma quel muso canino inganna e non poco. Questo è l'aspetto di Kenny, un esemplare salvato da una...
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In natura la tigre bianca è un animale estremamente minacciato, ma in cattività la situazione è diversa: a partire da un esemplare selvatico, catturato negli anni '50 quando era ancora un cucciolo, è scattata una lunghissima discendenza voluta e pianificata da affaristi senza scrupoli. Sono soprattutto i circhi a voler allevare tigri bianche, ma non mancano gli allevatori privati. Il pelo bianco, però, è un carattere recessivo e spesso, per avere esemplari con quelle caratteristiche, bisogna attendere molto e avere pazienza. Come riporta The Dodo, nella catena dell'allevamento di tigri, ne nasce mediamente una bianca ogni 30 esemplari. Le altre 29 di solito vengono abbandonate appena dopo la nascita e lasciate morire o soppresse.
Ci sono, poi, gli orrori della genetica, naturale conseguenza di un business che fa dell'uomo la vera bestia: animali deformi e affetti da disturbi e malformazioni che impediscono loro di avere una vita normale e duratura. Kenny, ad esempio, è morto molto giovane per un linfoma. Fu salvato dai volontari della Tuppertine Creek insieme a Willie, una tigre dal manto e dalle forme naturali, ma con gli occhi che lo facevano sembrare affetto da strabismo. Probabilmente le due tigri erano fratelli, ed è grazie alla loro popolarità se nel 2011 la American Zoological Association ha introdotto delle norme restrittive sull'allevamento incontrollato. Non tutte le strutture, però, sono affiliate e la pratica è tuttora molto comune. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero