Sofia Vergara e la presunta violenza subita da Bill Cosby: «Sono tutte sciocchezze»

Sofia Vergara e Bill Cosby (usemedemujer.com)
Tra tante vittime (vere o presunte), c’è chi sostiene di non essere mai stata abusata da Bill Cosby. Si tratta...

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Tra tante vittime (vere o presunte), c’è chi sostiene di non essere mai stata abusata da Bill Cosby.




Si tratta dell’esplosiva Sofia Vergara, modella e attrice colombiana famosa per le sue curve e per il ruolo di Gloria Delgado-Pritchett nella serie tv “Modern Family”, che con un “cinguettio” ha smentito seccamente i pettegolezzi di “En Candela”, radio statunitense in lingua spagnola che l’aveva annoverata tra le “prede” dell’interprete de “I Robinson”, al centro di uno scandalo sessuale per le denunce per molestie, gran parte delle quali molto datate, presentate a suo carico da una sessantina di donne. “Rispettate la gente, smettetela di inventare sciocchezze”, ha scritto su “Twitter” la quarantatreenne nata a Barranquilla.



A stuzzicare la “fantasia” dell’emittente, un’intervista (ancora cliccatissima su Youtube) rilasciata dalla Vergara a Cosby il 24 marzo del 2003, la prima concessa sul piccolo schermo negli States dall’allora emergente star. All’epoca, il comico americano, sessantacinquenne, era il conduttore (provvisorio) del “Late Show”, soffiato temporaneamente all’indisponibile (per motivi di salute) David Letterman. Da buon padrone di casa, Cosby invitò la Vergara per permetterle di presentare “Chasing Papi”, il suo film d'esordio in un ruolo da protagonista, ma, a dire il vero, fin dall’inizio, il suo interesse sembrò rivolgersi verso tutt’altro.



Tra smorfie, sorrisini da piacione e battutine - “Gli uomini ti guardano e pensano solo al peccato”, “Mi fai sentire di nuovo giovane. Mi sento, per così dire, eccitato. Guardami” -, infatti, la chiacchierata, intercorsa per circa 10 minuti, scivolò insistentemente sull’avvenenza dell’attrice, celatamente ma visibilmente imbarazzata e costretta a smarcarsi dalle avances del presentatore affidandosi alle pause pubblicitarie o a risposte fintamente spiritose - “Non posso resisterti, me ne devo andare” -. Imbarazzante ma comunque davvero troppo poco per poter ipotizzare collegamenti con una successiva ipotetica violenza, circostanza appunto negata con forza dalla diretta interessata.



A differenza della sexy Sofia, comunque, nei giorni scorsi, a puntare il dito contro “papà Robinson” ci hanno pensato Donna Barrett e Dottye (il nome di quest’ultima è di fantasia), le ennesime accusatrici in questo brutto affare che vede Cosby sul banco degli imputati.



La Barrett fa risalire la sua vicenda al 2004, anno in cui avrebbe subito un tentativo di aggressione dall’attore nei corridoi dell’Università della Pennsylvania, a suo dire colpevole di non averla mai sostenuta legalmente. È da datare a trent’anni prima, e quindi al 1984, invece, la disavventura raccontata da Dottye, che, giunta a casa di Cosby per essere provinata in vista di una possibile partecipazione ne “I Robinson”, sarebbe stata drogata e poi spogliata e stuprata. Un po’ come accaduto, a sentire le loro testimonianze, a tante altre donne e come in parte riferito, per un caso del '76, dallo stesso interprete afroamericano, che, in una deposizione del 2005 legata a una causa intentatagli da Andrea Constand, ex direttrice della squadra di basket della Temple University di Philadelphia, ammise di aver somministrato un barbiturico, il Quaaludes, ad almeno una donna con l’intento di farci del sesso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero