Milano Per una sera ha riavvolto il nastro ed è tornato alla vita di allora: riflettori puntati, fan urlanti che invocano il suo nome, le luci dei flash che abbagliano. Fabrizio...
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RIABILITAZIONE E RECUPERO
Luogo prescelto per il rientro in grande stile, in quel mondo dell'apparire che ha fatto la sua fortuna, è il cinema Odeon, pieno centro di Milano. L'ingresso è transennato, i suoi sostenitori si accalcano dalle sei del pomeriggio. Orario di arrivo di Corona: sette e mezza di sera, tra ali di folla che premono, telecamere e foto a raffica. L'ex paparazzo, in giacca nera e occhiali con montatura scura, è teso ed emozionato, abbraccia i vecchi amici e stringe mani. L'atmosfera sembra quella antecendente alla metomorfosi che ha dato il nome alla pellicola, ma secondo il suo avvocato Ivano Chiesa tutto questo fa parte del percorso di riabilitazione del condannato. "E' un passaggio di risocializzazione e di recupero. Se avesse tenuto comportamenti non congrui non sarebbe stato autorizzato. Gli esperti stanno lavorando su Corona, che viene trattato esattamente come gli altri detenuti. Non ho mai visto un vantaggio nei suoi confronti".
LUCIDALABBRA E PIZZETTE
L'ex paparazzo, insomma, ha gli stessi diritti di qualsiasi altro condannato affidato a una comunità e l'apparizione mondana è anche legato "alle esigenze professionali e di lavoro che ogni detenuto ha e proprio nell'ottica del suo reinserimento". L'evento è stato curato nei minimi dettagli dal suo staff: all'ingresso viene distribuito un lucidalabbra "creato da Fabrizio" in fase di lancio, ad accogliere gli ospiti prima della proiezione arancini di riso, pizzette e prosecco. Il fratello Federico - volontario nel carcere di Bollate, sedici anni più giovane e somigliante come una goccia d'acqua - lo aspetta: "Sono contento per lui. Poco alla volta torna alla vita normale". Ma ancora per parecchio tempo la sua vita sarà in comunità, dove la giornata è scandita da ritmi regolari. Corona si sveglia presto, si rifà il letto, pulisce la sua camera, si fa la doccia e poi scende in cucina. Nel pomeriggio dipinge, aggiusta qualche mobile rotto, svolge lavori manuali. E prima di andare a dormire telefona al figlio Carlos. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero