NEW YORK - Cauti e risparmiatori, diffidenti dei governi e delle grandi corporation, preoccupati per i cambiamenti climatici, spaventati dal terrorismo, e allo stesso tempo...
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LA RILEVAZIONE
La professoressa Noreena Hertz, economista presso L'University College London, autrice di numerosi autorevoli saggi di economia e sociologia, consulente di vari governi, era stata indicata come una delle menti giovani più brillanti del mondo. Oggi, a 48 anni, la ricercatrice ha preso a cuore la nuova generazione che si affaccia sul mondo, e con la collaborazione di Survey Monkey, una società di rilevazioni statistiche, ha consultato 2 mila giovani negli Usa e in Gran Bretagna. Nel corso del 2015 è andata pubblicando i risultati delle sue ricerche. L'ultimo capitolo è arrivato nei giorni scorsi, e ha subito generato discussione: i 14-21enni di Noreena Hertz non hanno nulla in comune con i teenager e i giovani tradizionali. Invece che allegri e spensierati sono ansiosi e pessimisti, al punto che spesso pensano al suicidio.
«Come Katniss - spiega la professoressa Hertz - sentono che il mondo in cui vivono è una lotta continua, un mondo aspro, distopico, in cui regna l'ineguaglianza». A influire su questi ragazzi sono stati vari fattori. Prima di tutto va tenuto presente che a differenza dei loro fratelli maggiori, la generazione dei Millennials, che ha fra i 21 e i 30 anni, i "K" sono la prima generazione che non ha memoria di un mondo pre-tecnologia o pre-attentati dell'undici settembre, non ha conosciuto un mondo senza guerra e senza terrorismo, o un mondo pre-matrimonio gay. Sono anche quelli che - nell'età più fragile - hanno visto i loro genitori perdere il lavoro e precipitare nella disperazione durante la crisi del 2008, e hanno assimilato la diffidenza per Wall Street e le corporations. Sono vissuti immersi in un "cocktail tossico" che li porta a compiere scelte molto diverse dai Millennials, non parliamo poi dai Baby Boomers, i loro genitori.
CARATTERISTICHE
Ad esempio, la professoressa Hertz nota come questa sia la prima generazione dai tempi della guerra mondiale, a essere molto parsimoniosa. Difficilmente si fa attirare da spese facili, e preferisce conservare i piccoli guadagni per "i giorni di pioggia": pur essendo ancora al liceo o nei primi anni universitari, cioè, stanno già pensando alla vecchiaia. Hanno anche poco interesse per le droghe, l'alcol e il fumo, il che li rende più sani dei fratelli maggiori, anche se almeno il 19 per cento ha pensato al suicidio. Il 77 per cento dice di aver paura dei debiti, i 75 per cento del terrorismo, il 35 per cento non pensa sia saggio fare figli in questo mondo così ingiusto e l'80 per cento crede nella totale eguaglianza di tutti i sessi, inclusi gay, lesbiche e transgender.
LA POLITICA
Quasi tutti provano diffidenza verso i governi e le corporations, il che segna "tempesta" nel futuro della politica e dell'economia. Di certo, manifestano un alto disprezzo per i politici di carriera, che giudicano falsi. Mentre ammirano tutto ciò tradisce "autenticità", e questo significa non solo giovani spontanee star di YouTube come PewDiePie e KS, ma anche Bernie Sanders, il senatore del Vermont che sta combattendo una battaglia contro Hillary Clinton e l'ala ufficiale del partito democratico. L'unico politico che ottiene il loro plauso è proprio questo 74enne, ex veterano della politica, che ha fatto suo il grido di battaglia di Occupy Wall Street.
Ma è bene ricordare che pur con queste convinzioni egalitarie e combattive, il 90 per cento della generazione K poi dichiara di voler trovare «una carriera ben pagata». E questo fa pensare che anche loro potrebbero finire come i genitori e i fratelli maggiori: sia i Baby Boomers che i Millennials erano contestatori e anti-establishment, ma poi, crescendo, non hanno disprezzato la ricchezza e i comodi che essa offre. Come ogni generazione.
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Il Messaggero