L'identikit dei giovani: risparmiatori, impegnati nel sociale e idealisti

L'identikit dei giovani: risparmiatori, impegnati nel sociale e idealisti
di Anna Guaita
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Domenica 27 Marzo 2016, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 17:16
NEW YORK - Cauti e risparmiatori, diffidenti dei governi e delle grandi corporation, preoccupati per i cambiamenti climatici, spaventati dal terrorismo, e allo stesso tempo egalitari, sani, e desiderosi di conquistare un buon posto di lavoro. Se il ritratto della nuova generazione è contraddittorio, lo si deve in parte al fatto che è la prima generazione che non ha conosciuto altro che un mondo guidato dalla tecnologia, messo in ginocchio da una cataclismica crisi economica e minacciato da un terrorismo sempre più sanguinario. Fino a un paio d'anni fa, gli americani e i britannici di età fra i 14 e i 21 anni venivano chiamati Generazione Z, ma una economista londinese che ha condotto il più vasto studio esistente su questi giovani ha deciso di ribattezzarli "Generation K", avendo notato che provano una grande ammirazione per Katniss Everdeen, l'eroina della trilogia cinematografica Hunger Games.

LA RILEVAZIONE
La professoressa Noreena Hertz, economista presso L'University College London, autrice di numerosi autorevoli saggi di economia e sociologia, consulente di vari governi, era stata indicata come una delle menti giovani più brillanti del mondo. Oggi, a 48 anni, la ricercatrice ha preso a cuore la nuova generazione che si affaccia sul mondo, e con la collaborazione di Survey Monkey, una società di rilevazioni statistiche, ha consultato 2 mila giovani negli Usa e in Gran Bretagna. Nel corso del 2015 è andata pubblicando i risultati delle sue ricerche. L'ultimo capitolo è arrivato nei giorni scorsi, e ha subito generato discussione: i 14-21enni di Noreena Hertz non hanno nulla in comune con i teenager e i giovani tradizionali. Invece che allegri e spensierati sono ansiosi e pessimisti, al punto che spesso pensano al suicidio.

«Come Katniss - spiega la professoressa Hertz - sentono che il mondo in cui vivono è una lotta continua, un mondo aspro, distopico, in cui regna l'ineguaglianza». A influire su questi ragazzi sono stati vari fattori. Prima di tutto va tenuto presente che a differenza dei loro fratelli maggiori, la generazione dei Millennials, che ha fra i 21 e i 30 anni, i "K" sono la prima generazione che non ha memoria di un mondo pre-tecnologia o pre-attentati dell'undici settembre, non ha conosciuto un mondo senza guerra e senza terrorismo, o un mondo pre-matrimonio gay. Sono anche quelli che - nell'età più fragile - hanno visto i loro genitori perdere il lavoro e precipitare nella disperazione durante la crisi del 2008, e hanno assimilato la diffidenza per Wall Street e le corporations. Sono vissuti immersi in un "cocktail tossico" che li porta a compiere scelte molto diverse dai Millennials, non parliamo poi dai Baby Boomers, i loro genitori.

CARATTERISTICHE
Ad esempio, la professoressa Hertz nota come questa sia la prima generazione dai tempi della guerra mondiale, a essere molto parsimoniosa. Difficilmente si fa attirare da spese facili, e preferisce conservare i piccoli guadagni per "i giorni di pioggia": pur essendo ancora al liceo o nei primi anni universitari, cioè, stanno già pensando alla vecchiaia. Hanno anche poco interesse per le droghe, l'alcol e il fumo, il che li rende più sani dei fratelli maggiori, anche se almeno il 19 per cento ha pensato al suicidio. Il 77 per cento dice di aver paura dei debiti, i 75 per cento del terrorismo, il 35 per cento non pensa sia saggio fare figli in questo mondo così ingiusto e l'80 per cento crede nella totale eguaglianza di tutti i sessi, inclusi gay, lesbiche e transgender.

LA POLITICA
Quasi tutti provano diffidenza verso i governi e le corporations, il che segna "tempesta" nel futuro della politica e dell'economia. Di certo, manifestano un alto disprezzo per i politici di carriera, che giudicano falsi. Mentre ammirano tutto ciò tradisce "autenticità", e questo significa non solo giovani spontanee star di YouTube come PewDiePie e KS, ma anche Bernie Sanders, il senatore del Vermont che sta combattendo una battaglia contro Hillary Clinton e l'ala ufficiale del partito democratico. L'unico politico che ottiene il loro plauso è proprio questo 74enne, ex veterano della politica, che ha fatto suo il grido di battaglia di Occupy Wall Street.

Ma è bene ricordare che pur con queste convinzioni egalitarie e combattive, il 90 per cento della generazione K poi dichiara di voler trovare «una carriera ben pagata». E questo fa pensare che anche loro potrebbero finire come i genitori e i fratelli maggiori: sia i Baby Boomers che i Millennials erano contestatori e anti-establishment, ma poi, crescendo, non hanno disprezzato la ricchezza e i comodi che essa offre. Come ogni generazione.

 
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