Georgia, rinvenute tracce del vino più antico del mondo: ha 8 mila anni

Georgia, rinvenute tracce del vino più antico del mondo: ha 8 mila anni
Risalgono al Neolitico le tracce di vino rinvenute nei frammenti di otto giare venute alla luce nei siti archeologici Gadachrili Gora e Shulaveris Gora, a circa 50 chilometri...

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Risalgono al Neolitico le tracce di vino rinvenute nei frammenti di otto giare venute alla luce nei siti archeologici Gadachrili Gora e Shulaveris Gora, a circa 50 chilometri dalla capitale Tbilisi, Georgia. È la rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, la Proceedings of the National Academy of Sciences, ad annunciare la scoperta che si deve al team di ricercatori diretti da David Lordkipanidze del Museo Nazionale Georgiano. Secondo quanto riporta la Bbc, le analisi condotte presso i laboratori dell'università della Pennsylvania hanno rintracciato le “impronte digitali del vino” nei resti dei vasi di terracotta (molto simili a quelli che ancora oggi vengono usati in Georgia per conservare il vino): si tratta dei quattro composti chiave ovvero gli acidi tartarico, malico, succinico e citrico.


«Riteniamo che si tratti del più antico esempio di coltivazione viticola esclusivamente finalizzata alla produzione di vino. Il vino ha svolto un ruolo centrale nel processo di civilizzazione così come noi lo intendiamo in Occidente: è stato utilizzato in medicina, come mezzo di integrazione sociale, come sostanza capace di alterare la mente. Da sempre è stato un prodotto molto apprezzato, diventato poi il fulcro dei culti religiosi e indispensabile nelle cucine e nell’economia di molti popoli antichi», ha spiegato Stephen Batiuk, ricercatore dell’Università di Toronto.

Fino ad oggi le più antiche tracce di vino - scoperte in Iran - di cui eravamo a conoscenza risalivano al 5000 a.C.. Vino di 6000 anni fa, invece, era stato rintracciato nella zona della nostra Agrigento. La nuova analisi dimostra quindi che l’arte vinicola era praticata già 1000 anni prima su quella linea che separa l’Europa dall’Asia e dove, un tempo, la vite aveva trovato il clima ideale per la produzione.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero