Era solare, allegra e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Fino a quando la sua esistenza non è stata travolta dall'odio devastante dei bulli che la perseguitavano...
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Una morte sulla quale è stata fatta luce nelle ore successive: è stata la mamma di Megan, Nicola Harteveld, 40 anni, a scoprire quei messaggi di odio sul suo smartphone e di cui la figlia non aveva mai fatto parola con nessuno. Non un solo segnale che qualcosa non andasse, nulla che potesse far scattare un campanello di allarme né ai genitori né ai suoi sette fratelli. «Stava progettando una gita a Parigi per il prossimo mese - ha raccontato Nicola al Mirror - Solo dopo la sua morte abbiamo scoperto che era vittima dei bulli su Snapchat. Loro l'hanno uccisa. Quelli che sembrano messaggi banali, insulti stupidi per rabbia o per scherzo non possono più essere cancellati. Non voglio che altre famiglie vivano il nostro stesso calvario. Purtroppo i nostri figli passano il tempo attaccati ai cellulari 24 ore su 24 e non sappiamo cosa avviene nel loro mondo. Fate attenzione. Noi non ci siamo accorti di nulla. Voglio dire ai ragazzi che c'è sempre qualcuno con cui parlare e a cui chiedere aiuto. Dopo la morte di mia figlia, un ragazzo ci ha scritto di essere stato salvato da Megan, che l'ha aiutato a superare la sua lotta con i cyber-bulli».
Adesso per la mamma c'è un ultimo desiderio: riuscire a raccogliere dei cimeli durante il concerto di giugno di Justin Bieber, al quale Megan sarebbe dovuta andare, per poterli seppellire insieme alla figlia. «Le avevamo regalato i biglietti per Natale. Lei era scoppiata a piangere, era una vera fan - ha ricordato Nicola - Faccio un appello ai ragazzi: era un suo sogno avere un suo cimelio. Se riuscissimo ad averne qualcuno significherebbe aver realizzato il suo ultimo desiderio».
La notizia della morte di Megan arriva a pochi giorni di distanza da un altro caso: Nyah James, 14 enne di Blaenymaes, è stata trovata morta nel suo letto dalla madre che tentava di svegliarla per andare a scuola. «Si è uccisa prendendo una dose eccessiva di farmaci - ha detto Dominique Williams, mamma di Nyah - Da tempo mia figlia era vittima di bullismo su Facebook e Snapchat. La polizia ha sequestrato il suo telefono per risalire ai responsabili. Tutto quello che voglio è giustizia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero