Marcella Bella chiama e Donatella Rettore risponde. Definita in un’intervista a “Radio Club 91” «una pazza, invidiosa di me, che con i tacchi sembrava un travestito»...
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«Gli artisti non devono fare pettegolezzi - ha aggiunto poi la Rettore -. Una critica deve essere su quello che scrivi o canti, non su quello che sei, perché si tratta di scelte personali». Un po’ come ha sempre fatto l’autrice di “Kobra”, che in passato si è spesso resa protagonista di “frecciatine” professionali piuttosto avvelenate nei confronti dei colleghi. In un’intervista di qualche tempo fa, ad esempio, sparò a zero su Vasco Rossi, Gianna Nannini e Ligabue: «Ma che evoluti, cantano sempre la solita canzone. In più la Nannini rock, dove? È una cantante di liscio, ma da sempre. Ligabue è diventato una macchietta, rifà se stesso, si fa il verso». «Parlavo di musica - ci tiene a precisare -. Io non voglio offendere nessuno, ma solo animare un panorama che mi sembra addormentato».
Mentre la cantante di “Lamette” si prepara ad “attaccare” in tribunale e, così, a “scaldare” l’ambiente, intanto Marcella aspetta e non affonda la contro-replica. Per lei, d’altronde, parlano già abbastanza le dichiarazioni dell’altro giorno, mirate per lo più a regolare i conti di una “disfida” antica, nata, a quanto pare, durante il Festival di Sanremo del 1986, in cui la siciliana arrivò terza e Rettore dovette accontentarsi invece della tredicesima piazza: «Una bionda secca secca con i labbroni a canotto. Mi criticava per il mio abbigliamento e i tacchi alti, salvo poi presentarsi da angelo con le ali a Sanremo - aveva spiegato, completando il suo discorso, la Bella ai microfoni di “Radio Club 91” -. Non riesco a porgere l’altra guancia a nessuno anche perché non voglio farmi venire il mal di fegato. E’ pazza anche quando dà addosso a Vasco Rossi: ogni giorno si sveglia e deve parlare male di qualcuno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero