Cinquantaquattro anni senza vedersi dopo essere stati separati da una guerra, da anni in prigione e da 3.700 chilometri. Adesso il sogno di tornare in patria di Wang Qi, 77 anni,...
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Wang era partito per la guerra sino-indiana e da quel momento non aveva più fatto ritorno a casa: nel 1963, mentre cercava di tornare a casa, si perse ai confini tra Cina e India senza mai riuscire a trovare la strada del ritorno. Fu durante quel viaggio che venne arrestato: trascorse 7 anni in carcere prima di essere liberato e di iniziare una nuova vita. Conobbe una donna, se ne innamorò e decise di trasferirsi con lei nel remoto villaggio di Tidori, dove ha trascorso tutti questi anni. Ma, nonostante l'amore per Sushila, per la figlia Anita e il figlio Vishnu, Wang non ha mai dimenticato la sua famiglia d'origine. La sua storia, negli ultimi tempi, ha avuto un'ampia copertura mediatica prima in India e poi in Cina, consentendogli di ottenere un visto che gli era stato negato per tanto tempo: e così, dopo 54 anni, Wang è salito su un aereo, è atterrato a Pechino e da lì ha preso un altro volo per Xi'an: lì, ad attenderlo all'aeroporto, c'erano i suoi tre fratelli e le sue due sorelle che lo hanno accolto a braccia aperte.
Adesso per questa famiglia riunita c'è un unico rimpianto: non essere riusciti a ritrovarsi in tempo per condividere quell'abbraccio con la loro madre, morta nel 2006 senza aver visto mai ritornare quel figlio partito per la guerra. «Siamo grati all'India e al governo cinese per avergli permesso di tornare a casa dopo anni di attesa - ha detto il figlio Vishnu - L'unica cosa che mi rende triste è pensare che ha dovuto aspettare così tanto tempo e non è riuscito a vedere più sua madre». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero