Protagonista delle ricette contadine tanto care alle nonne ma anche piatto gourmet firmato da chef stellati. La storia recente dell'Anguilla si potrebbe riassumere così...
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L'anguilla e il capitone (che è l'esemplare femmina, generalmente più grande) torna sulle nostre tavole la sera della Vigilia: la tradizione vuole che la cena sia di magro e quindi, accanto alle alici marinate e ad uno spaghettino con le vongole, ecco servita l'anguilla. Ogni regione vanta un modo diverso di cucinarla e le ricette e gli abbinamenti sono davvero molti e possono soddisfare tutti coloro che vogliono cimentarsi nella sua preparazione.
Tanti gli aneddoti e le curiosità legate all'anguilla: già conosciuta dagli antichi romani, che ne apprezzavano il suo sapore particolare, divenne nel corso dei secoli una pietanza così amata che la casata degli Orsini - una tra le più antiche famiglie principesche e papali dell'aristocrazia romana - la inserì addiruttura nel suo stemma familiare. Fu invece Dante Alighieri a conferire all'anguilla l'immortalità letteraria inserendola addiruttura nella Divina Commedia: se Papa Martino IV finì tra i golosi fu proprio perchè durante la sua vita terrena non riuscì a resistere ai manicaretti a base di capitone.
In Italia il suo consumo è diffuso e conosciuto in tutta la penisola. Sono sopratutto le zone di Comacchio, provincia di Ferrara, e quelle vicine il lago di Bolsena ed Anguillara a vantare la più ricche tradizioni in fatto di consumo e produzione. Proprio a Comacchio a fine settembre si festeggia la Sagra dell'Anguilla.
Infine una raccomandazione: quando si acquista l'Anguilla dal pescivendolo deve essere ancora viva. Diffidate se l'animale non dovesse muoversi. Pulirla ed eviscerarla non è difficile ma se siete alle prime armi chiedete al vostro pescivendolo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero