Sguardo vivace e un dolcissimo sorriso, Lydia Sebastian è una bambina speciale. Come speciale è il suo quoziente di intelligenza, che le ha permesso di totalizzare un punteggio...
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La geniale 12enne, per un intero anno, ha chiesto insistentemente ai suoi genitori che la lasciassero cimentare con la prova d’intelligenza; alla fine mamma e papà hanno ceduto e Lydia l'ha svolta durante le vacanze estive, ottenendo il punteggio massimo di 162. Si tratta di un vero record: il suo risultato è, infatti, più alto di due punti di quello che ebbero Albert Einstein e Stephen Hawking, due geni assoluti della fisica.
«All’inizio ero abbastanza nervosa ma, una volta iniziato, ho visto che era molto più facile di quanto pensassi. Allora mi sono rilassata. È stato un gran bel colpo» racconta Lydia, entusiasta. Il test ha messo a dura prova le sue competenze linguistiche, comprese analogie, definizioni e logica. La prodigiosa ragazzina inglese (è di Langham, contea dell’Essex) ha svolto il Cattell presso il Birkbeck College di Londra, finendo persino in anticipo; presto comincerà il secondo anno alla Colchester County High School.
Lydia, subito dopo la prova, è stata circondata da una folla di adulti, curiosi ed esperti, tutti a fare il tifo per lei perché entrasse nel prestigioso club di geni. Arun, il fiero papà di Lydia, radiologo all’ospedale di Colchester, ha raccontato che la moglie ha spinto la figlia a sottoporsi al test dopo averne sentito parlare per mesi. «Quando ho saputo che aveva ottenuto il massimo punteggio possibile, mi sono sentito travolto e così mia moglie – ha dichiarato il signor Sebastian – Sinceramente non credevo che potesse battere Einstein e Hawking».
Qualche altro dato per avere un’idea delle straordinarie facoltà mentali di Lydia: ha iniziato a parlare a sei mesi, suona il violino dall’età di quattro anni e ha già letto tre volte il ciclo dei sette romanzi di Harry Potter. Il papà della geniale ragazzina ha infatti raccontato, commosso, ai cronisti: «Quando aveva pochi mesi io facevo tirocinio e mia moglie studiava chimica; ero spesso fuori nel weekend e lei mi diceva qualche parolina al telefono». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero