I video che girano sui social e su Whatsapp e che ironizzano sul Coronavirus? Fanno bene per lottare contro l’ansia da contagio. E, se proprio non ci sono, si può...
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Presidente Zanalda, quando si rischia di avere l’ansia da contagio?
“Si rischia quando la preoccupazione diventa qualcosa che impedisce di vivere in maniera adeguata, di lavorare e quando interferisce sulla vita normale, quando impedisce di dormire, di mangiare”
C’è un limite massimo del tempo che si può passare davanti alla tv?
“Questa è una questione molto soggettiva. Se però guardando la tv mi viene la tachicardia, inizio a sudare e a disinfettare tutta la casa bisogna iniziare a preoccuparsi”.
Sono utili i video satirici che girano sui social?
Sì, sono utili e sdrammatizzano un po’. Ce ne sono talmente tanti e per tutti i gusti. Vedere il lato umoristico aiuta ad abbassare la tensione, ma chi è a livello fobico non ride. Vanno benissimo, dunque, per chi non ha raggiunto il livello di fobia. Fanno bene anche i video dei gattini che aiutano a sdrammatizzare e a rendere tutto meno pesante”.
Come nasce questa paura?
“Gli esseri umani hanno una paura che li accomuna: il timore di essere travolti da un’epidemia. E’ una paura così radicata da arrivare a far compiere azioni incontrollate, quelle di chi non sa più cosa fare e le prova tutte per salvarsi. Questo timore atavico è amplificato dalla infodemia, la diffusione virale e velocissima, che in passato non esisteva, di notizie parziali e contraddittorie, quando non addirittura false, che può causare un crollo di fiducia nei rapporti tra le persone e nelle istituzioni, e rendere più potente l’effetto sulla psiche di un fenomeno che è sempre esistito”.
Le chiusure delle scuole e dei negozi hanno inciso sulla percezione che si ha della malattia?
“Ciascuno di noi si è interrogato sulle motivazioni di misure così drastiche: la chiusura delle scuole delle chiese, dei musei, la sospensione degli eventi culturali e sportivi. Tutte cose che ci rendono in qualche modo più fragili davanti ad una minaccia invisibile. Più che la malattia in sé ciò che si teme è la paura del contagio sia dalle che verso le persone con cui veniamo in contatto come familiari, colleghi, amici”.
Le sette regole della Sip per affrontare e vincere le paure causate dalla infodemia:
1 - Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie
2 - Riconoscere che le cose ‘spaventose’ che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose, è il primo passo verso la consapevolezza
3 - Contenere la paura, mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni fino a quanto il panico non è passato
4 - Affidarsi solo alle testate giornalistiche ufficiali e autorevoli
5 - Non fare tesoro di ciò che si intercetta online e sui social media, soprattutto se ‘condiviso’ da amici solo virtuali, che in realtà non si conoscono davvero, e se non accuratamente verificato
6 - Rivolgersi al proprio medico e non fare domande su gruppi social, chiedendo opinioni
7 - Se compaiono sintomi come panico, ansia o depressione rivolgersi allo specialista al fine di un’adeguata diagnosi
Il Messaggero