Coronavirus, ansia da contagio. Lo psichiatra: «Utili video ironici e di gattini»

Enrico Zanalda, presidente Società italiana di psichiatria
di Giampiero Valenza
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Giovedì 19 Marzo 2020, 19:13 - Ultimo aggiornamento: 19:15

I video che girano sui social e su Whatsapp e che ironizzano sul Coronavirus? Fanno bene per lottare contro l’ansia da contagio. E, se proprio non ci sono, si può puntare a quelli dei gattini che spopolano sul web. Questo è uno dei suggerimenti che lancia il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Enrico Zanalda, per aiutare a sopportare questi giorni di quarantena e di emergenza. La Sip, inoltre, ha lanciato sette regole per evitare che l’ansia prenda il sopravvento

Presidente Zanalda, quando si rischia di avere l’ansia da contagio?
“Si rischia quando la preoccupazione diventa qualcosa che impedisce di vivere in maniera adeguata, di lavorare e quando interferisce sulla vita normale, quando impedisce di dormire, di mangiare”

C’è un limite massimo del tempo che si può passare davanti alla tv?
“Questa è una questione molto soggettiva. Se però guardando la tv mi viene la tachicardia, inizio a sudare e a disinfettare tutta la casa bisogna iniziare a preoccuparsi”.

Sono utili i video satirici che girano sui social?
Sì, sono utili e sdrammatizzano un po’. Ce ne sono talmente tanti e per tutti i gusti. Vedere il lato umoristico aiuta ad abbassare la tensione, ma chi è a livello fobico non ride. Vanno benissimo, dunque, per chi non ha raggiunto il livello di fobia. Fanno bene anche i video dei gattini che aiutano a sdrammatizzare e a rendere tutto meno pesante”.

Come nasce questa paura?
“Gli esseri umani hanno una paura che li accomuna: il timore di essere travolti da un’epidemia. E’ una paura così radicata da arrivare a far compiere azioni incontrollate, quelle di chi non sa più cosa fare e le prova tutte per salvarsi. Questo timore atavico è amplificato dalla infodemia, la diffusione virale e velocissima, che in passato non esisteva, di notizie parziali e contraddittorie, quando non addirittura false, che può causare un crollo di fiducia nei rapporti tra le persone e nelle istituzioni, e rendere più potente l’effetto sulla psiche di un fenomeno che è sempre esistito”.

Le chiusure delle scuole e dei negozi hanno inciso sulla percezione che si ha della malattia?
“Ciascuno di noi si è interrogato sulle motivazioni di misure così drastiche: la chiusura delle scuole delle chiese, dei musei, la sospensione degli eventi culturali e sportivi. Tutte cose che ci rendono in qualche modo più fragili davanti ad una minaccia invisibile. Più che la malattia in sé ciò che si teme è la paura del contagio sia dalle che verso le persone con cui veniamo in contatto come familiari, colleghi, amici”.

Le sette regole della Sip per affrontare e vincere le paure causate dalla infodemia:
1 - Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie
2 - Riconoscere che le cose ‘spaventose’ che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose, è il primo passo verso la consapevolezza
3 - Contenere la paura, mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni fino a quanto il panico non è passato
4 - Affidarsi solo alle testate giornalistiche ufficiali e autorevoli
5 - Non fare tesoro di ciò che si intercetta online e sui social media, soprattutto se ‘condiviso’ da amici solo virtuali, che in realtà non si conoscono davvero, e se non accuratamente verificato
6 - Rivolgersi al proprio medico e non fare domande su gruppi social, chiedendo opinioni
7 - Se compaiono sintomi come panico, ansia o depressione rivolgersi allo specialista al fine di un’adeguata diagnosi
 

 

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