«A scuola a settembre»: sit-in in 16 città italiane. Il "sì" di Azzolina: «Priorità per il governo»

«Condivido la necessità di quanti chiedono di tornare tra i banchi di scuola a settembre. È una priorità per il governo», scrive su Twitter...

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«Condivido la necessità di quanti chiedono di tornare tra i banchi di scuola a settembre. È una priorità per il governo», scrive su Twitter la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, dopo che oggi si sono visti sit-in in almeno 16 città italiane per chiedere la ripresa della didattica ordinaria alla fine dell'estate. «Come già detto più volte siamo al lavoro insieme al Cts per la ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza a settembre», ha spiegato Azzolina. 


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Al grido «la scuola a distanza è la scuola d'emergenza», insegnanti, studenti, genitori e bambini sono scesi in piazza per chiedere che da settembre si «torni tutti in classe». Da Roma a Firenze, da Milano a Bologna, da Genova a Napoli si sono svolte manifestazioni organizzate dal comitato «Priorità alla scuola». «Apertura delle scuole in presenza e in continuità da settembre»: è la richiesta che ha unito le piazze da Nord a Sud. Indossando mascherine e mantenendo le distanze di sicurezza, i partecipanti hanno esposto striscioni e intonato slogan come «finché c'è il pc noi rimaniamo qui» e «la scuola dimenticata in piazza è tornata».

Tanti i bimbi che, muniti di gessetti, hanno 'coloratò i sit-in. «C'è stata una grande partecipazione» hanno sottolineato dal Comitato aggiungendo: «In oltre 350 hanno manifestato a Roma, 2000 persone a Milano distribuite di fronte a cento scuole, 500 a Napoli, 1200 a Firenze, 400 a Bologna e 200 a Faenza». «L'istruzione è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, la scuola deve riaprire in sicurezza dando priorità alla didattica in presenza - sostiene il comitato - A settembre, a ben sei mesi dalla chiusura, non si potrà più parlare di emergenza. La 'didattica a distanzà è la didattica dell'emergenza, non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21».

Tra le richieste al Governo «più insegnanti, assunzione di precari e precarie, più personale A.T.A, più scuole, più spazi(ovvero rendere agibili le strutture esistenti e costruirne di nuove, temporanee, sostenibili e utilizzare spazi dismessi), più educazione all'aperto, più risorse per la scuola pubblica». 

 
E a Roma il sit-in si è svolto a Trastevere a pochi metri dal Miur. «È andata molto bene, c'è stata grande partecipazione - ha commentato la referente romana del Comitato Cristina Tagliabue - genitori, insegnanti, bambini, associazioni e sindacati sono scesi in piazza uniti per chiedere che da settembre si torni in classe. Abbiamo cercato di mantenere le distanze, disinfettato il megafono tra un intervento e l'altro. È stato un momento gioioso e di festa per i bambini che hanno ritrovato dopo tanto la loro socialità, pur rispettando le regole».


«Sono contento che la prima manifestazione civile e politica dopo la fine del lockdown sia per dare 'Priorità alla Scuolà - ha scritto su Fb il sottosegretario all'istruzione Peppe De Cristofaro - . Una manifestazione che vede insieme studenti, famiglie e docenti oggi pomeriggio in decine di piazze italiane, anche se giustamente distanziati e protetti, e che spero apra quel dibattito pubblico in Italia necessario per ridare centralità all'istruzione e alla formazione delle giovani generazioni nel sistema Paese. Bene chiedere più investimenti, più spazi e più docenti. - ha aggiunto il sottosegretario di Leu - Perché tornare semplicemente alla normalità già non bastava prima dell'emergenza sanitaria».
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Il Messaggero