Scuola, con la riforma del Pnrr più posti di lavoro: istituti tecnici si devono adeguare alle richieste delle aziende

L’obiettivo è ridurre la disoccupazione. Più attenzione all’orientamento dei ragazzi

Scuola, con la riforma del Pnrr più posti di lavoro: istituti tecnici si devono adeguare alle richieste delle aziende
Preparare gli studenti ad entrare nel mondo del lavoro, con una riforma degli istituti tecnici e professionali che ascolta le richieste che arrivano dal tessuto produttivo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Preparare gli studenti ad entrare nel mondo del lavoro, con una riforma degli istituti tecnici e professionali che ascolta le richieste che arrivano dal tessuto produttivo italiano. E coinvolge oltre 1,3 milioni di studenti che, una volta diplomati, potranno sentirsi pronti per iniziare a lavorare. E’ questa la grande sfida del Pnrr per contrastare la disoccupazione giovanile. Ed è uno dei punti che riguarda la scuola su cui il governo sta spingendo per promuovere le riforme entro settembre. Oltre alla riforma degli istituti tecnici e professionali ci sono anche quelle legate all’orientamento e al dimensionamento delle scuole: un tris di norme da attuare in tempi brevi, entro fine mese, per non perdere l’occasione di sfruttare fondi e mettere in campo l’innovazione necessaria. 

Meloni lancia il liceo breve: come funziona e quali sono i precedenti in Italia

GLI INTERVENTI

Le novità previste per gli istituti tecnici e professionali, ad oggi, interessano un bacino di oltre 1,3 milioni di ragazzi: 845mila sono gli alunni che frequentano gli istituti tecnici e 460mila i professionali. La riforma mira a rivedere i programmi di studio per rispondere alla richiesta di competenze che arriva dal mondo del lavoro: il curriculum dovrà infatti tenere conto delle diverse necessità in base alle esigenze dei singoli territori e delle aziende e imprese presenti. Per rivedere i corsi di studio, si terrà conto dell’innovazione del piano nazionale Industria 4.0 e dell’innovazione digitale di tutti i settori del mercato del lavoro. La riforma dovrà contrastare la disoccupazione e i primi dati verranno analizzati nel 2024 con un monitoraggio degli istituti coinvolti. Il percorso degli alunni va inoltre rivisto già a partire dalle scuole medie, quindi nella secondaria di primo grado, con interventi che possano aiutare i ragazzi ad essere consapevoli nelle scelte: in terza media infatti uno studente dovrebbe essere pronto a scegliere il corso di scuola superiore più adatto alle sue attitudini e ai suoi interessi ma non sempre è così. Anzi, il primo anno di scuola superiore è quello che, in assoluto, registra il maggior numero di bocciature e cambi di indirizzo: non viene ammesso al secondo anno infatti l’8,2% degli iscritti contro una media complessiva del 6,2% di bocciati dal primo al quarto anno. Qualcosa quindi non funziona nell’orientamento. 

IL DIGITALE

La riforma del Pnrr, legata a questo tema, prevede quindi di avviare moduli di orientamento già a partire dalle medie per arrivare, in quarta e quinta superiore, ad almeno 30 ore di corso. Verrà inoltre realizzata una piattaforma digitale relativa all’offerta formativa delle università e degli Istituti tecnici superiori, post diploma, per contrastare la dispersione scolastica e la crescita dei neet, i ragazzi che non studiano e non cercano un lavoro. Nella riforma è previsto anche l’ampliamento della sperimentazione dei licei e tecnici quadriennali, con 1.000 classi in più, una per scuola, in aggiunta alle 100 classi attuali. Guardando al futuro prossimo, le classi perderanno iscritti a causa del progressivo calo demografico: sarà quindi necessario dimensionare gli istituti per rivederne l’organizzazione generale sia per quel che riguarda il personale sia per eliminare finalmente le cosiddette classi pollaio, le aule sovraffollate che, nelle grandi città, arrivano a superare i 25-27 alunni tra i banchi. 

LA TEMPISTICA

Questi tre obiettivi, da realizzare entro settembre, fanno parte dei 6 obiettivi previsti dal Pnrr per l’istruzione con uno stanziamento complessivo di oltre 17 miliardi di euro e riguardano anche il potenziamento degli istituti tecnici superiori post diploma e l’innovazione digitale e formativa, tanto dei ragazzi quanto dei docenti su cui è previsto anche un intervento nel reclutamento, a questi si aggiungono l’ammodernamento, la messa in sicurezza e la riqualificazione delle sedi scolastiche anche per le attività sportive e i laboratori oltre alle nuove costruzioni a partire dagli asili nidi. 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero