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Riprendono oggi le prime lezioni a scuola ma per quasi tutti gli istituti italiani si ricomincia con le cattedre vuote e gli orari di lezione ridotti. Lezioni che, di fatto, partiranno direttamente in Dad perché molti ragazzi sono positivi e hanno già inviato il certificato medico. Tra i docenti e il personale ata gli assenti ad oggi potrebbero essere almeno 80mila. Significa che in ogni scuola mediamente mancheranno circa dieci insegnanti. E allora, a fare i conti con l’organizzazione della didattica che si fa sempre più complicata, ci sono i presidi che, da qui ai prossimi giorni, non sapranno come tamponare le assenze. Moltissime scuole cambieranno gli orari, ritardando l’entrata e anticipando l’uscita. Molte famiglie non sapranno come organizzarsi.
Scuola, l'appello dei presidi
I dirigenti sono preoccupati per una ripresa piena di incognite: «In base ad una stima approssimativa sulle possibili assenze in classe - spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - dopo un primo sondaggio interno possiamo considerare che tra i docenti e il personale ata, vale a dire personale amministrativo, tecnico e ausiliario, potrebbero esserci 80mila assenti, sia per quarantena sia per sospensione di quelli non in regola con il vaccino. I sospesi oggi dovrebbero essere circa 11mila». Le ripercussioni sulla didattica e l’organizzazione generale sono inevitabili. E la presenza quindi parte già claudicante, con studenti in Dad e altri che escono prima dalle lezioni. «Il Governo si è preso la sua responsabilità politica - sottolinea Giannelli - staremo a vedere come andranno le cose. Avevo proposto di partire con 2-3 settimane di dad, per dare la possibilità alle famiglie di mettersi in paro con le vaccinazioni ai ragazzi, di garantire le mascherine Ffp2 a tutti e di portare avanti per tutto il mese una massiccia campagna di testing per verificare se il sistema riesce a praticare i tamponi. Ma la proposta non è stata accolta: purtroppo temo che la tempistica dei test e del tracciamento non sia migliorata rispetto al passato e c’è il rischio che la scuola abbia notizia dei risultati dei tamponi effettuati solo diversi giorni dopo».
Negli ultimi giorni, ancora di più rispetto a quanto avveniva a dicembre prima della chiusura delle scuole, si stanno registrando forti difficoltà nell’effettuare il testing tempestivamente e, allo stesso tempo, stanno arrivando alle scuole certificati di isolamenti e positività.
LE ASL
I dirigenti intervengono anche sulle difficoltà delle Asl: «Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento degli studenti e del personale». E così i giorni in Dad si moltiplicano. Sul caos scuola è intervenuta anche la Fondazione Gimbe: «Le misure per la sicurezza nelle scuole sono insufficienti per evitare il ricorso alla dad e introducono regole complesse e difficili da applicare con i servizi di sanità pubblica già in sovraccarico». Ma il ministro Bianchi, d’accordo con il premier Draghi, resta sulla linea della ripartenza in presenza, senza proroghe sulla data prevista, tra il 7 e il 10 gennaio. Dal ministero di viale Trastevere fanno sapere che i dipartimenti continueranno a dare supporto alle scuole con l’help desk e resteranno attivi sul monitoraggio di eventuali criticità.
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Il Messaggero