Riprendono oggi le prime lezioni a scuola ma per quasi tutti gli istituti italiani si ricomincia con le cattedre vuote e gli orari di lezione ridotti. Lezioni che, di fatto, partiranno direttamente in Dad perché molti ragazzi sono positivi e hanno già inviato il certificato medico. Tra i docenti e il personale ata gli assenti ad oggi potrebbero essere almeno 80mila. Significa che in ogni scuola mediamente mancheranno circa dieci insegnanti. E allora, a fare i conti con l’organizzazione della didattica che si fa sempre più complicata, ci sono i presidi che, da qui ai prossimi giorni, non sapranno come tamponare le assenze. Moltissime scuole cambieranno gli orari, ritardando l’entrata e anticipando l’uscita. Molte famiglie non sapranno come organizzarsi.
Scuola, l'appello dei presidi
I dirigenti sono preoccupati per una ripresa piena di incognite: «In base ad una stima approssimativa sulle possibili assenze in classe - spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - dopo un primo sondaggio interno possiamo considerare che tra i docenti e il personale ata, vale a dire personale amministrativo, tecnico e ausiliario, potrebbero esserci 80mila assenti, sia per quarantena sia per sospensione di quelli non in regola con il vaccino.
Negli ultimi giorni, ancora di più rispetto a quanto avveniva a dicembre prima della chiusura delle scuole, si stanno registrando forti difficoltà nell’effettuare il testing tempestivamente e, allo stesso tempo, stanno arrivando alle scuole certificati di isolamenti e positività. In un’escalation impressionante di segnalazioni che rischia di mettere in ginocchio la scuola, già alla partenza. E così ieri al ministro all’istruzione, Patrizio Bianchi, è arrivata una lettera firmata da circa 600 dirigenti scolastici che chiedono di restare in dad fino a fine gennaio. «A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze - scrivono i presidi - abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima».
LE ASL
I dirigenti intervengono anche sulle difficoltà delle Asl: «Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento degli studenti e del personale». E così i giorni in Dad si moltiplicano. Sul caos scuola è intervenuta anche la Fondazione Gimbe: «Le misure per la sicurezza nelle scuole sono insufficienti per evitare il ricorso alla dad e introducono regole complesse e difficili da applicare con i servizi di sanità pubblica già in sovraccarico». Ma il ministro Bianchi, d’accordo con il premier Draghi, resta sulla linea della ripartenza in presenza, senza proroghe sulla data prevista, tra il 7 e il 10 gennaio. Dal ministero di viale Trastevere fanno sapere che i dipartimenti continueranno a dare supporto alle scuole con l’help desk e resteranno attivi sul monitoraggio di eventuali criticità.