Scuole chiuse, il Cts detta la linea: Dad in zona rossa, ipotesi nuovi parametri

Scuole chiuse, il Cts detta la linea: Dad in zona rossa, ipotesi nuovi parametri
Comitato tecnico scientifico diviso sul futuro delle lezioni e sui meccanismi dello stop alle lezioni in caso di contagio fuori controllo. Il governo ha chiesto un parere al Cts,...

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Comitato tecnico scientifico diviso sul futuro delle lezioni e sui meccanismi dello stop alle lezioni in caso di contagio fuori controllo. Il governo ha chiesto un parere al Cts, che si è riunito tre volte: venerdì sera, ieri mattina e di nuovo ieri sera. Non è semplice interpretare i dati: la curva dei contagi in età scolastica è in aumento, ma non è chiaro se la circolazione avvenga in aula o in altri ambiti. Alla fine i membri del Cts hanno concordato sulla necessità di chiudere tutte le scuole nelle zone rosse e nelle aree con alta circolazione del virus, «ma ogni settimana va fatta una rivalutazione sulla base dell’aggiornamento dei dati». Ancora: è suggerita «la didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle regioni, province e comuni in zona rossa, nelle zone ad alta incidenza (250 casi ogni 100mila abitanti in sette giorni) e in tutte le aree dove sono state adottate misure stringenti di isolamento in ragione della circolazione di varianti virali con alto rischio di diffusività».

Covid, Cts a Draghi: «Impatto contagi a scuola. Modulare misure su comuni e province, non più solo su regioni»

C’è stato dibattito su cosa fare in una regione gialla se in un paese o in una città ci sono molti casi. Parte del comitato voleva lasciare libertà di scelta agli amministratori locali, i vertici di Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità hanno chiesto di definire un automatismo. Le misure saranno inserite nel nuovo Dpcm che potrebbe essere firmato domani. Fanno trapelare dal Cts: «C’è un impatto dei nuovi contagi nelle scuole, ma differenziato». Nelle Regioni che restano gialle per tre settimane consecutive permangono le attuali disposizioni sulle lezioni in presenza. Preoccupa, però, uno studio del Cnr che rileva un collegamento tra i ricoveri e la riapertura delle scuole. Ma al di là delle scelte del governo, ormai le lezioni vengono sospese ovunque a causa della diffusione del virus che decide per tutti.

LA MAPPA
Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, ha firmato un’ordinanza che chiude tutte le scuole da domani (dalle elementari alle superiori). La Campania, come già fatto in autunno, ha lasciato a casa tutti gli studenti fino al 14 marzo. Lo ha deciso il presidente De Luca dopo poche settimane di lezioni in presenza, riavviate solo a febbraio. La Basilicata e il Molise sono diventate regioni in zona rossa, per le quali sono previste le chiusure delle scuole superiori e delle classi seconde e terze delle medie. Ma anche qui si procede in base alle criticità: il sindaco Roberto Gravina di Campobasso ha disposto la sospensione delle lezioni in presenza per tutti gli istituti scolastici, dalla materna alle superiori, fino al 7 marzo. Tutti online anche in Puglia, fino al 14 marzo, dove il governatore Emiliano in un braccio di ferro con il Tar ha emanato una nuova ordinanza. Stessa situazione anche nelle Marche con gli istituti tutti chiusi fino al 6 marzo prossimo. In Lombardia si procede comune per comune con le scuole chiuse nell’area di Brescia, di Bollate, Viggiù e Mede. Istituti chiusi in Emilia (compresa Bologna) e in parte della Romagna. Misure mirate anche in Liguria dove non si andrà in classe a Sanremo e Ventimiglia. Lezioni online in Toscana con le scuole chiuse a Cecina, in provincia di Livorno, e a Castiglion Fiorentino vicino ad Arezzo. Una mappa delle chiusure decisamente frastagliata e in continuo aggiornamento, tanto da complicare l’organizzazione scolastica più di quanto accaduto finora.

«L’unica vera soluzione – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – è accelerare la campagna vaccinale tra il personale scolastico, altrimenti la scuola sarà costantemente esposta a continue chiusure. E’ il momento di intensificare i vaccini e lo screening di massa tra la popolazione scolastica, compresi gli alunni più giovani tra i quali sembrano muoversi più velocemente anche le varianti del Covid. La chiusura delle scuole comporta un prezzo altissimo, quindi se si decide di fermarsi bisogna saper sfruttare questo periodo per vaccinare e fare i monitoraggi necessari». Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità i casi di Covid nella fascia di età inferiore ai 20 anni sono in ripresa: tra dicembre e gennaio sono stati raggiunti circa i 62mila positivi al mese, rispetto ai 7.370 di settembre scorso, con la scuola chiusa da mesi e senza gli effetti dell’estate. Il dato peggiore a novembre, quando si decise di chiudere tutti gli istituti superiori a fronte di 106.485 casi.
 

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Il Messaggero