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Il crollo del fronte ucraino
Il crollo della linea del fronte ucraino dipenderebbe, secondo l'analista, non tanto dalla mancanza di jet o carri armati, quanto da quella di uomini. Perché se è vero che Mosca in più di due anni di guerra ha perso un'ingente quantità di uomini, è altrettanto vero che - a differenza di Kiev - riesce ad alimentare il suo esercito attingendo a una pressoché «illimitata scorta di prigionieri e coscritti da gettare nel suo tritacarne». L'Ucraina, invece, in questa fase sta faticando a trovare risorse umane da mandare al fronte, con una schiera sempre maggiore di giovani ormai consapevoli che quello per la trincea sia «un biglietto di sola andata».
Non solo. L'opinione pubblica ucraina sta osservando con una certa preoccupazione le operazioni in Medio Oriente di Stati Uniti e Gran Bretagna, in prima linea ad abbattere droni iraniani, ma restii quando si tratta di fermare i missili russi, «sebbene Putin rappresenti una minaccia molto più grande per la nostra stessa sicurezza». Bretton-Gordon si chiede: «Perché, allora, dovrebbero scegliere di combattere quella che l’Occidente ha apparentemente considerato una causa persa?».