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La reazione di Mosca
La risoluzione di Tiraspol risuona nelle parole pronunciate il 14 di questo mese, dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ha espresso «preoccupazione» per i cittadini russi in Transnistria, sottolineando che la Russia «non consentirà che diventino vittime di un'altra avventura dell'Occidente». Il Congresso della Transnistria si è poi rivolto anche alle istituzioni e Paesi internazionali, Onu, Parlamento europeo, Osce, Comunità degli Stati indipendenti, Croce rossa internazionale, Unione europea e Stati Uniti, «per dare legittimità alla regione come entità sovrana separata dalla Moldova, senza insistere sull'indipendenza, ma fornendo al Cremlino la giustificazione per una escalation e un intervento allo scopo di attuare gli impegni della Russia e di altri sullo scenario internazionale», sottolinea il think tank.