Cosa farà adesso Mourinho? Se Spalletti ha lasciato Napoli per troppo amore, come dichiarato da lui stesso, questa passione giallorossa che è entrata nelle vene dello Special One come si tradurrà? In passato il tecnico portoghese ha dimostrato di non amare progetti a lunga scadenza, sempre a caccia di nuove motivazioni, nuove ambizioni. Nuove sfide. Ha sempre attratto nei suoi confronti l'adorazione dei popoli che lo hanno accompagnato nelle sue avventure.

Nel Porto, dove ha stupito il mondo vincendo prima l'Europa League, poi la Champions. Nel Chelsea, atterrando a Londra come un marziano e parlando di se stesso etichettandosi come «speciale». Nell'Inter, dove ha trasformato l'impensabile in realtà, con lo storico triplete. Poi a Madrid, nel tempio del calcio, ha vinto ma ha fatto storcere il naso per un gioco poco improntato allo spettacolo e alla bellezza che da sempre viene richiesta nella piazza più snob del mondo del calcio. Ma, a distanza di anni, viene ancora acclamato. Prima di Roma ancora Premier League, con il Manchester United e il Tottenham. Due tappe anomale, le uniche dove forse è mancato quel feeling viscerale che gli permette di caricarsi sulle spalle il gruppo e portarlo in battaglia. A combattere le sue guerre contro tutto e tutti. Nella Capitale lo ha ritrovato, ha ricompattato un ambiente che si era spaccato. Ha creato la "famiglia", come ama ripetere a più riprese. Un corpo unico: squadra, tifosi, stadio. Tutti insieme, conquistando due finali europee come nessuno prima di lui.