Monia Bortolotti, accusa choc alla madre: «Ha soffocato i figli in culla con un cuscino sul viso. Non sopportava il pianto»

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PUÒ UCCIDERE ANCORA Ieri mattina i...

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PUÒ UCCIDERE ANCORA

Ieri mattina i carabinieri si sono presentati a casa della donna a Pedrengo, alle porte di Bergamo, e l'hanno arrestata per duplice infanticidio. «Spiccata pericolosità sociale e un concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato», è il ritratto di Monia tracciato dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Le indagini condotte dalla sezione operativa dei carabinieri di Bergamo iniziano il 25 ottobre 2022, giorno della morte di Mattia. È la madre a chiamare l'ambulanza, quando arrivano i medici non c'è nulla da fare. Potrebbe sembrare una fatalità, se non ci fossero troppe coincidenze. Il decesso di Mattia infatti è la fotocopia di quello della sorella, avvenuto il 15 novembre 2021. Anche allora Monia era sola in casa e, come se seguisse un copione, è stata lei a chiedere aiuto al 118. Il suo racconto degli avvenimenti appare lineare: riferisce di avere dato il latte alla bambina e di averla fatta digerire tenendola in braccio finché si è addormentata. Poi è andata a fare la doccia e quando è tornata la piccola, distesa nella culla, era diventata cianotica e non respirava più. Arriva il medico, esamina il corpo di Alice e non riscontra segni di violenza, aggiunge anzi un dettaglio che va nella direzione della morte per cause naturali: scrive nel referto di avere aspirato abbondante latte dal tubo endotracheale della bambina, precisando che probabilmente la sua nascita prematura a sette mesi avesse determinato problemi di deglutizione. Il caso viene chiuso come «morte in culla», senza la necessità di ulteriori approfondimenti, e il corpo della bimba viene seppellito.

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