Italia rugby, Gonzalo Quesada dopo lo storico pareggio in Francia: «È solo l'inizio, non siamo ancora arrivati da nessuna parte» La filiera dei giovani da Aboud in poi

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Inferno del Nord


E non è vero quello che dice l’allenatore argentino, perché sempre grazie al “pari” l’Italia è arrivata finalmente nella Top 10 del ranking internazionale in cui la Francia è quarta: che panorama da lassù, dal decimo posto dietro l’Australia e davanti alle Fiji, solo 4 gradini più in basso della Scozia attesa il 9 marzo all’Olimpico. Era dal remoto 2013 che mancavano da quelle quote (ct Brunel, nono posto), mentre nel 2007 (ct Berbizier) salimmo all’ottavo posto. Non male visto che appena due anni fa eravamo mesti quindicesimi.


Epperò abbiamo mentito: Gonzalo Quesada ha detto una sacrosanta verità. Questo pareggio-quasi vittoria, per quanto prestigioso e inedito, non porta l’Italia da alcuna parte: in 25 edizioni del Sei Nazioni abbiamo vinto solo 13 partite e ne abbiamo pareggiate 2 sulle 123 giocate. E quello di buono che hanno fatto a Lilla gli azzurri dovrà essere confermato e incrementato contro Scozia e Galles nelle ultime due giornate: solo così si potrà iniziare a parlare di effettivi passi in avanti. Il ct resta insomma umile e concreto dopo avere tuttavia elogiato a pieni polmoni la difesa degli azzurri che ha intrappolato i giganteschi franco-polinesiani. In questa pazienza tattica degli italiani di placcare con metodo e con ordine (difficilissimo quando devi tirare giù ondate di avversari di 147 chili) si vede la mano dell’argentino che in poche settimane ha dato i primi tratti al gioco della “sua” nazionale senza gettare alle ortiche quanto di buono ha trovato della gestione Crowley, vedi la verve del sontuoso contrattacco di 80 metri che ha portato in meta Capuozzo a 10 minuti dalla fine.

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