I dubbi di Giorgia

Pessimismo eccessivo questo, e tuttavia nell’arrabbiatura generale nessuno ha ben chiaro con chi prendersela oltre che con Ricci. Insomma deve credere o no - e lei ci vuole credere ma è anche piena di dubbi - Giorgia alle scuse che le hanno dato Marina e Pier Silvio, per non dire delle rassicurazioni - «Nessun intento politico di indebolire il governo c’è in questa storia dei fuiorionda» - che sta spargendo urbi et orbi l’assennato Tajani?
Il momento è difficile e Andrea, il personaggio più debole in questa che sembra una serie televisiva sulla fragilità del potere e sulle vanità del potere e sulle guerre interne al potere stile House of Cards, è quello che finora è stato sconfitto. Ma non è uscito dalla trama. Quante cose sa Giambruno che magari, se continuano ad attaccarlo, potrebbe dire sul mondo meloniano e su quello berlusconiano a cominciare da quando il Berlusconi era uno solo, si chiamava Silvio ed era ed è ancora post-mortem una figura strapiena di storia raccontabili? Più che la commedia all’italiana, come molti minimizzando cercano di figurarsela, sembra esserci un pizzico di tragedia in questa saga che può anche ricordare quella serie televisiva che s’intitola Borgen e racconta l’ascesa al potere della carismatica Brigitte Nyborg, la prima donna a venire eletta capo del governo in Danimarca.