Proteste Francia, cosa succede (e perché): dall'omicidio di Nahel alle violenze, con i social sotto accusa e il nodo banlieue

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Proteste Francia, cosa accade e perché: Nahel ucciso da un agente il 27 giugno, poi gli scontri e il coprifuoco
In Francia è scoppiata una rivolta per...

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In Francia è scoppiata una rivolta per l'uccisione di un ragazzo di 17 anni, Nahel, durante un controllo stradale a Nanterre. A sparare è stato un poliziotto che è stato arrestato. L'omicidio è stato ripreso da un passante e postato sui social: quel filmato è diventato virale (copwatch) e ha dato il via alla rivolta che sta attanagliando un intero Paese. I grandi eventi sono stati cancellati e persino gli alberghi stanno registrando un'ondata di disdette da parte dei turisti.

La vicenda ha innescato delle proteste molto violente in tutta la Francia. Ci sono stati saccheggi, danneggiamenti e manifestazioni. Il livello di rabbia contro la polizia e l'esecutivo ha portato a misure straordinarie; dallo spiegamento di 45.000 agenti e di unità speciali fino alla sospensione dei trasporti pubblici.

Il presidente Emmanuel Macron ha chiesto ai genitori di tenere i figli a casa. I sindaci sono stati costretti a decretato il coprifuoco per i minori. In questo momento sono più di 1.300 le persone arrestate, diversi sono proprio ragazzini.

I social network sono sotto accusa. I muri delle grandi città sono come bacheche social: sono comparse scritte e cuoricini, slogan e simboli. Per il governo reprimere gli sfoghi online è necessario per reprimere quelli fisici, che divampano nelle strade. In queste ore si stanno vagliando migliaia di contenuti online perché sono considerati la benzina che sta infiammando le proteste. Giovedì il Parlamento francese ha votato per richiedere a piattaforme come TikTok, Snapchat e Instagram di verificare l'età dei propri utenti e il consenso dei genitori quando questi hanno meno di 15 anni. In teoria, i social network non sono aperti ai minori di 13 anni. Eppure l'età media della prima registrazione è di circa otto anni e mezzo e più della metà dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni sono registrati, secondo i dati della Commission nationale de l'informatique et des libertés (CNIL).

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