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Corsa contro il tempo per avviare il Ponte sullo Stretto. L’obiettivo del governo è far partire il cantiere entro l’estate, nonostante le polemiche e le inchieste. Se ci fossero ritardi autorizzativi, però, si potrebbe partire effettivamente in autunno. L’opera pubblica, per Matteo Salvini, «ha un unicum: è indagata ancor prima di cominciare». Il ministro delle Infrastrutture lo dice con ironia, ma anche una punta di amarezza. L’occasione per tornare a commentare l’indagine della Procura di Roma sulle modalità in cui è stata progettata e verrà realizzata l’opera è quello della Scuola politica della Lega, nell’appuntamento di ieri proprio nella Capitale.
Parlando ai suoi, il ministro delle Infrastrutture, che tanto ha puntato sull’opera per collegare la Sicilia e la Calabria («È attesa da un secolo in Italia e in Europa» sostiene convinto), si mostra sorpreso per gli attacchi ripetuti, non tanto del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto dei sindacati. A partire dalla Cgil, che per Salvini «dice no a un’opera pubblica che creerà 120mila buste paga» da qui al 2032. «Ma per Maurizio Landini i problemi sono altri - chiosa sarcastico - meglio dire di no che magari qualche operaio lavora e non rinnova la tessera».