Pensioni più basse per finanziare Quota 103: ecco chi colpirà la sforbiciata e a quanto ammonta il taglio

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LA MARCIA INDIETRO In base alle norme vigenti,...

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LA MARCIA INDIETRO

In base alle norme vigenti, questi pensionati avrebbero diritto il prossimo anno all’85 per cento del tasso di inflazione maturato nel 2023 (circa il 5,8 per cento). Era stato però deciso di portare la percentuale al 90, e il numero figurava nelle prime bozze del provvedimento. Poi è arrivata la marcia indietro, che lascia dunque gli interessati nella situazione in cui erano. Rispetto al miglioramento, promesso e poi disatteso, la differenza è contenuta ma non del tutto trascurabile: si tratta di un importo che varia dagli 86 ai 107 euro l’anno, che diventano tra 55 e 65 in termini netti considerato che sull’incremento di pensione viene comunque applicata l’Irpef. Spiccioli? Forse sì, ma la vicenda è un esempio rilevante della modalità con cui viene assemblata questa manovra. C’è la necessità politica di garantire ai partiti qualche misura simbolica da esibire ai rispettivi elettorati: è quel che avvenuto con Quota 103 rispetto alle richieste della Lega. Allo stesso tempo però ancor prima dell’avvio del dibattito parlamentare non si può andare oltre i confini finanziari già fissati, ovvero 15,7 miliardi di maggior disavanzo e poco più di 12 da compensare con misure di segno opposto: maggiori entrate oppure minori spese. Il capitolo previdenza è particolarmente significativo, perché non andrà a incrementare la spesa ed anzi nel suo complesso porterà allo Stato risparmi per oltre un miliardo.

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