Pensioni, come cambiano gli importi a marzo e aprile tra addizionale comunale, rivalutazione e taglio dell'Irpef

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Le rivalutazioni delle pensioni Come detto,...

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Le rivalutazioni delle pensioni

Come detto, però, fin da gennaio è arrivata la rivalutazione all'inflazione. Gli incrementi con questa percentuale per gli assegni che non superano i 2.271,76 euro lordi mensili, (quattro volte il minimo Inps, ovvero poco meno di 1.800 euro netti). Per i trattamenti superiori l’indicizzazione sarà parziale, con percentuali decrescenti: 4,59% per quelli fino a cinque volte il minimo, 2,862% tra cinque e sei volte, 2,538 tra sei e otto volte, 1,998% tra otto e dieci volte, 1,188% oltre le dieci volte. In quest’ultimo caso la percentuale è stata ulteriormente abbassata con la legge di Bilancio: se per lo scorso anno veniva riconosciuto il 32% della rivalutazione, ora si scende al 22. Una modifica che ha effetto sulle pensioni più alte, al di sopra dei 5.679,40 euro lordi mensili (circa 3.800 netti).

Gli incrementi lordi in generale non corrispondono a quelli netti, perché naturalmente c’è da mettere nel conto il prelievo fiscale; quest’anno però l’impatto dell’Irpef risulterà un po’ attenuato dall’entrata in vigore del primo modulo di riforma, che riduce il prelievo fino a un massimo di 20 euro mensili. Così una pensione da 1.000 euro al mese (sempre lordi, quindi circa 900 netti) ha una maggiorazione di 54 euro mensili su 13 mensilità, che si riducono a 38 dopo l’Irpef. L’aumento lordo cresce via via fino a sfiorare i 123 euro (96 netti) per l’assegno pari a 4 volte il minimo, poi si riduce perché la percentuale di adeguamento scende dal 100% all’85%, quindi cresce ancora toccando i 130 euro lordi per una pensione di 2.839,70 mensili (cinque volte il minimo, poco più di 2.100 netti). Una volta applicata l’Irpef però il beneficio si assottiglia a 100 euro circa. Al crescere della somma mensile, come abbiamo visto, il tasso di indicizzazione cala e l’intensità dell’aumento ne risente. Per una pensione di 6 mila euro mensili lordi (poco meno di 4 mila netti, superiore alle dieci volte il minimo) c’è solo un incremento dell’1,188%: 71 euro lordi che ne valgono 60 netti.

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