Buoni fruttiferi postali scaduti o in prescrizione, ecco la differenza (e come ottenere un rimborso)

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La scadenza La scadenza dei buoni fruttiferi...

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La scadenza

La scadenza dei buoni fruttiferi postali indica la data oltra la quale il prodotto non produce più interessi e diventa infruttifero. Da quel momento, il risparmiatore può richiedere il rimborso presso l’Ufficio postale.

Di solito, la scadenza dei buoni fruttiferi postali è indicata sul retro del titolo o nel foglio informativo. Tuttavia, a partire dagli anni 2000, molti clienti hanno investito in buoni fruttiferi postali con la dicitura generica «a termine».

Il decreto ministeriale del 19 dicembre 2000 ha introdotto due tipologie di buoni fruttiferi:

  • i buoni ordinari della serie A1 con durata ventennale;
  • i buoni a termine della serie AA1 con scadenza limitata a pochi anni, indicata dalla dicitura «a termine» sul buono.

Molti risparmiatori non si sono resi conto di aver acquistato titoli con scadenza limitata e, quando hanno cercato di incassarli, si sono visti respingere la richiesta perché erano trascorsi oltre 10 anni dalla scadenza.

Tra il 2020 e il 2021, circa 367mila buoni postali sono sono caduti in prescrizione per un totale di 404 milioni di euro. A causa del grande numero di risparmiatori interessati, nell’ottobre 2022 l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) ha aperto un’indagine (istruttoria PS11287) su presunte pratiche commerciali scorrette da parte di Poste.

Secondo l’Autorità, Poste «avrebbe omesso e/o formulato in modo ingannevole, informazioni essenziali relative ai termini di scadenza e di prescrizione di tali titoli». Poste tuttavia ha presentato un ricorso al Tar del Lazio di cui si attende ancora il parere del tribunale.

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