Buoni fruttiferi, ​Poste italiane alza i rendimenti: si arriva al 6%. La guida (e il confronto con Btp e Bot)

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I vantaggi e gli svantaggi rispetto al Btp Il...

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I vantaggi e gli svantaggi rispetto al Btp

Il vantaggio chiave del buono postale rispetto a Btp e Bond è che con il primo si può riottenere indietro il capitale investito in qualsiasi momento. Non si può dire la stessa cosa dei titoli di Stato. Il mercato obbligazionario può inoltre influenzare il valore di un Btp che è stato venduto prima della scadenza. Il buono fruttifero, invece, rimane stabile, immune da tassi e spread se si decide di liquidarlo in anticipo.

Per chi vuole la sicurezza di ottenere di nuovo il capitale investito prima della scadenza, il buono fruttifero potrebbe essere una scelta sensata, anche se l'opzione di vendere con profitto un Btp grazie alla volatilità di mercato potrebbe essere altrettanto interessante, in primis per gli investitori più avezzi al rischio. Cedendo i buoni postali in anticipo si rinuncia al rendimento. I sottoscrittori di Btp, poi, ottengono cedole periodiche, solitamente ogni sei mesi. Ci sono però buoni fruttiferi particolari (come il 3x2) che consentono la liquidazione anticipata dopo tre anni, senza sacrificare gli interessi maturati nei primi tre anni.

In generale scegliere i buoni postali implica un'attenzione per la sicurezza dell'investimento, con un rendimento stabile nel tempo. Ma bisogna essere consapevoli dell'impegno duraturo, perché liquidare in anticipo il prodotto comporta nella gran parte dei casi la perdita degli interessi accumulati. Tra le opzioni di Poste Italiane, comunque, il buono fruttifero resta uno dei più apprezzati dai clienti. Negli ultimi mesi, invece, sono montate alcune polemiche per l'impossibilità di pagare bollettini o ricaricare la postepay con bancomat o carte di credito in diversi uffici postali, in controtendenza con la trasformazione digitale in atto.

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