Assegno unico, cosa succede da marzo: erogazione, beneficiari e tempi della misura di sostegno. Il calendario

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La cifra


Attenzione però perché come detto chi non ha aggiornato l’Indicatore della situazione economica equivalente riceverà poco più di 50 euro il mese prossimo. Quest’anno all’Inps sono già state inviate nel complesso 7 milioni di Dsu con i dati per il rilascio del nuovo Isee (lo scorso anno ne erano state inoltrate in tutto 10,7 milioni).

La buona notizia è che c’è tempo fino alla fine di giugno per correre ai ripari. Perché se da un lato è vero che chi non ha ancora aggiornato il proprio Isee si vedrà corrispondere a marzo 54 euro per ogni figlio – per effetto della rivalutazione la quota minima è passata da 50 a 54 euro e quella massima è salita a quasi 190 euro – dall’altro non perderà il diritto agli arretrati a patto che si muova entro l’estate. Chi aggiornerà l’Isee dopo il 30 giugno, al contrario, prenderà la somma corretta a partire dal mese successivo all’invio della Dsu.
Dall’aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’assegno unico universale emerge che nel 2022 sono stati spesi 12,9 miliardi di euro per la prestazione.

La spesa per i nuclei non percettori del reddito di cittadinanza è risultata pari a 12,3 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa 5,7 milioni di richiedenti e a 9,1 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità. Gli importi medi mensili erogati hanno toccato 233 euro per richiedente e 146 euro per figlio. La metà degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro. Circa il 20 per cento dei figli, invece, fa capo a nuclei familiari che non hanno presentato l’Indicatore della situazione economica equivalente. Il governo Meloni ha introdotto con l’ultima legge di Bilancio l’incremento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con un’età compresa da 1 a 3 anni per le famiglie con almeno tre figli e con Isee fino a 40.000 euro.

Come detto questi aumenti si sono già materializzati sui conti dei beneficiari a febbraio, ma manca all’appello la mensilità di gennaio che arriverà appunto il mese prossimo. La rivalutazione dell’8,1% ha invece portato la quota minima dell’assegno da 50 a 54,1 euro, mentre quella massima è balzata a 189,2 euro.

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