Divorzi e separazioni, corsia veloce in tribunale: ecco cosa cambia. Da marzo un solo atto per sciogliere i vincoli matrimoniali

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Un atto unico per accorpare la fase della...

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Un atto unico per accorpare la fase della separazione e quella del divorzio. Da domani parte la riforma del processo civile, pensata per accelerare i tempi di trattazione delle cause e per ridurre la mole dell’arretrato: step fondamentali per rispettare gli obblighi assunti dall’Italia verso la Ue con il Pnrr. Si va dall’istituzione del Tribunale per la famiglia ed i minori alle maggiori tutele per le vittime di violenza, e si punta a velocizzare i processi grazie alla semplificazione dei procedimenti e all’introduzione di sostegni fiscali per incentivare il ricorso agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie.

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Una delle novità più grandi riguarda, appunto, la fine dei matrimoni: sarà possibile presentare con un unico atto la richiesta di separazione e di divorzio. La domanda dovrà essere depositata con un ricorso e il richiedente dovrà dimostrare subito al giudice i mezzi di prova in suo possesso e i documenti che illustrano la propria condizione patrimoniale. Dovrà avvenire quindi immediatamente la presentazione della dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, dell’elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie, ma anche degli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari. In caso di omissioni, chi attesta il falso - magari ritoccando redditi e nascondendo guadagni per risparmiare sull’assegno - rischierà la condanna al pagamento delle spese legali e anche ai danni in favore del coniuge.

LA DECISIONE
Il governo Meloni ha deciso di anticipare la riforma del diritto di famiglia dell’ex ministro della Giustizia, Marta Cartabia: la data inizialmente prevista per l’entrata in vigore era il 30 giugno 2023. Tra le novità più rilevanti, oltre al procedimento unico, c’è anche l’accorciamento dei tempi procedurali a circa 8 mesi, con un’attesa di massima di 90 giorni per la fissazione della prima udienza. Se sono presenti figli minorenni, negli atti introduttivi dovrà essere introdotto un piano genitoriale, cioè un resoconto delle attività previste per il minore, tra scuola, sport e piani vacanze. In questo modo il giudice potrà avere a disposizione gli elementi utili per decidere su affidamento, collocamento e per stabilire i diritti di visita. I minori, anche di età inferiore ai 12 anni, dovranno sempre essere ascoltati dal giudice in caso di provvedimenti temporanei e urgenti per la loro tutela. Altra novità: il giudice avrà la possibilità di sanzionare il genitore che non rispetta il piano genitoriale: si va dall’ammonizione alla sanzione amministrativa, per un massimo di cinquemila euro.


TRIBUNALE SPECIALIZZATO
Entro ottobre 2024 ci sarà un altro cambiamento importante, con l’introduzione di un giudice specializzato: dovrà essere istituito il tribunale «per le persone, per i minorenni e per le famiglie», che si occuperà di tutte le materie che adesso sono divise fra tribunale ordinario, tribunale per i minorenni e giudice tutelare.
Fino ad ora veniva fissata un’udienza di comparizione davanti al presidente del tribunale per il tentativo di conciliazione e, in caso negativo, il caso passava al giudice istruttore. Con il nuovo rito, invece, il presidente dovrà fissare la data dell’udienza di comparizione direttamente davanti al collegio o al giudice delegato. La conciliazione verrà tentata alla prima udienza. In caso di maltrattamenti e abusi, i tempi saranno più veloci.

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