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In Campidoglio, tra gli stessi travet, i più invidiati sono i legali dell'avvocatura: a loro la legge (nazionale) garantisce le cosiddette "propine". In pratica - e in caso di vittoria nei contenziosi - agli avvocati viene girata una parte delle spese legali, che il giudice fa pagare alla parte soccombente. E inanellando successi su successi nei tribunali, un dirigente dell'avvocatura può aggiungere al suo stipendio - sotto forma di salario accessorio - anche 50mila euro. Fino a 20mila in più per i funzionari. Nel novero dei "fortunati" ecco anche i "tecnici" che devono scrivere i bandi e assegnare gli appalti per il Pnrr e il Giubileo. Parliamo di circa 5 miliardi di euro da spendere entro il 2026. Siccome tra i dirigenti è scattata da tempo - e non solo a Roma - la fobia a firmare atti a rischio condanna per danno erariale (quando va bene) o falso ideologico (quando va peggio) con annessi rimborsi, l'amministrazione ha deciso di destinare un'incentivazione fino ai 15mila euro annui. Un "premio" a chi si prende la responsabilità di non bloccare queste procedure.