Cospito, Delmastro, Donzelli, Nordio, Serracchiani: chi sono (e che ruolo hanno) i protagonisti del caso

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Alfredo Cospito È l'anarchico dalla...

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Alfredo Cospito

È l'anarchico dalla cui detenzione al 41 bis, cioè al regime di "carcere duro", senza possibilità di contatti con l'esterno, nasce il caso. Della sua vicenda si discute da settimane, da quando per protestare contro il 41 bis (regime carcerario di solito applicato ai boss mafiosi) ha cominciato uno sciopero della fame che va avanti da oltre 100 giorni. Le sue condizioni di salute, per questo motivo, sono significativamente peggiorate, tanto che nei giorni scorsi è stato trasferito dal penitenziario di Sassari al carcere di Opera, a Milano, struttura più adatta per sottoporlo alle eventuali cure necessarie. 55 anni, considerato uno delle figure più influenti dei movimenti anarchici Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale), Cospito è in carcere da 10 anni per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto nel 2012. Ora sta scontando anche un’altra condanna a 20 anni per alcuni attentati - l’accusa contestata è quella di strage politica - per aver diretto la Federazione anarchica informale, considerata dai giudici un’associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Nel 2006 Cospito e altri anarchici avrebbero posizionato due ordigni in due cassonetti davanti all’ingresso della caserma alla scuola allievi carabinieri di Fossano. L’esplosione non aveva provocato né morti, né feriti. Secondo gli inquirenti, il primo ordigno avrebbe dovuto attirare le forze, mentre il secondo le avrebbe dovute colpire. Il reato contestato era la strage, ma per la Corte di Cassazione - che ha disposto il ricalcolo della pena in sede di appello - si tratta di strage politica, che prevede come pena massima l’ergastolo e rientra tra i reati ostativi: se il detenuto non collabora con la giustizia non sono previsti benefici.

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