La controffensiva ucraina procede lentamente delundendo le aspettative degli alleati. Sono trascorsi quasi due mesi dall'inizio delle operazioni e, sul campo, è cambiato poco e nulla per l'esercito di Kiev come confessato dallo stesso presidente Volodymyr Zelensky che solo qualche giorno fa ha dichiarato: «Dobbiamo essere pazienti se vogliamo vincere, la controffensiva è complicata e potrebbe essere più lenta del previsto». E mentre il conflitto in Ucraina si trascina senza un'apparente via d'uscita e Kiev annuncia che non sarà in grado di difendere il proprio spazio aereo con i caccia F-16 statunitensi entro il prossimo autunno, tra i corridoi della Nato la voce sulla necessità di avviare i negoziati circola con una certa insistenza. Al di là delle polemiche scoppiate intorno al supporto internazionale, dopo le controverse parole del braccio destro di Jens Stoltenberg, Stian Jenssen, che aveva indicato la cessione di alcuni territori ucraini a Mosca come «una soluzione» per un'adesione del Paese alla Nato, facendo infuriare il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. Uscita che lo stesso Jenssen ha poi definito un «errore», mentre l' Alleanza è corsa ai ripari riaffermando il suo sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale ucraina. In realtà il vero timore degli alleati è che, di fronte al logoramento delle forze e con una controffensiva "impantanata", la guerra possa durare anni.