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Enrico Letta
La battaglia dem per il Nord pensando già alle Politiche
Dice: «Partiamo svantaggiati». Ovvero: dà per perse sia Palermo che Genova, che sono le vedette di queste comunali. Però, chiude la campagna elettorale a Lodi, Lombardia purissima, dove spera di vincere con un candidato 24enne e di avvertire il centrodestra: il Nord non è vostro. Non solo. S’insinua nella spaccatura tra FdI e Lega da una parte e FI dall’altra, a Verona: se al ballottaggio insieme all’ex calciatore grillo-dem-calendista Damiano Tommasi va il sindaco uscente Sboarina (meloniano ma con placet salviniano e proveniente dal Carroccio) i berlusconiani in odio a lui al secondo turno andranno su Tommasi. E se al secondo turno va invece Tosi (che ha anche Renzi con lui oltre ai forzisti), gli altri di centrodestra faranno il dispetto di votargli contro. Bella partita. A squadre miste e confuse. 18 dei 26 capoluoghi di provincia al voto sono di centrodestra. Letta punta a strapparne due o tre (e a tenere per esempio Parma che dopo l’ex grillino Pizzarotti può finire a sinistra o Taranto dove è in vantaggio Melucci uscente di sinistra o L’Aquila) e nel caso il gioco è fatto. Ma soprattutto, l’Enrico gode nel vedere come si scanneranno FdI e Lega a partire dal giorno del verdetto e spera nella semplificazione: stravince Giorgia e io me la vedrò con la mia «carissima nemica» nel 2023.