City break a Cagliari: la città di Gigi Riva da vedere, da fare e da mangiare

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Tappa culinaria al ristorante “Calamosca”, il locale dove Gigi Riva era di casa

Il suo piatto più storico e iconico, la Calamosca 1952, che omaggia l’anno di avvio delle attività, è ancora in carta, seppur non in versione spaghettino, come allora. A raccontarlo, oggi, è un pacchero artigianale all’uovo trafilato in bronzo, condito però con lo stesso sugo di una volta, a base di gamberi, polpo, calamari, cozze, bottarga di Cabras e polvere di prezzemolo. «Un primo che ha conquistato tutti, a partire da Gigi Riva e da suo figlio Mauro che, qui al ristorante, si è sposato, ma anche gli altri giocatori del Cagliari calcio e mister Ranieri, di casa per i ritiri pre-partita - ricorda Alessandra con affetto, perché – Gigi e papà erano tanto legati, forse perché molto riservati entrambi». In questo periodo, tra le ricette di mare più intriganti da provare, non mancano il Crudo di volpina, il Polpo voluto dalla signora Silvana (la mamma di Alessandra, che ha chiesto di lasciarlo nel menu) e il Muggine, tipico del luogo. Le proposte culinarie del ristorante “Calamosca”, anche di carne, eseguite dall’executive chef Michele Ferrara, sono ispirate alla tradizione cagliaritana e dei territori della Blue Zone dell’Ogliastra, rinomata per l’alta concentrazione di sardi centenari e studiata per questo. Un’ area dove la popolazione è così longeva, anche per gli alimenti fortunati del territorio di cui si nutre. Su tutti, la pecora e la carne di maiale, con cui si fanno ancora i brodi; o i formaggi pecorini realizzati dai pastori dell’entroterra come una volta. E proprio con una Tartare di pecora che rompe gli schemi, rappresentando un’idea di cucina di recupero di prodotti selvatici, lo chef ha portato in auge una materia prima difficile, pungente, soprattutto se cruda, all’ultima edizione di “Excellence”, la prestigiosa manifestazione enogastronomica per appassionati e addetti ai lavori che si è tenuta recentemente a Roma.

Ristorante Calamosca
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