Bonus benzina 200 euro, a chi spetta? Le novità del decreto, dagli sconti per bus e treni alle multe

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Bonus benzina per i dipendenti

Anche un’altra misura già adottata in passato è stata confermata: il bonus benzina per i dipendenti. Per tutto quest’anno i datori di lavoro potranno erogare un bonus carburanti fino a 200 euro senza concorrere alla formazione del reddito dei lavoratori. Una misura che, ovviamente, pesa poco sulle casse dello Stato (solo 13 milioni come perdita di gettito per l’esenzione fiscale) visto che viene pagata dai datori. Nel decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, invece, non compare alcun riferimento a potenziali tetti ai listini in autostrada. L’ipotesi era circolata nei primi giorni della settimana, in coincidenza con il primo passaggio del decreto in consiglio dei ministri, ma aveva sollevato dubbi di costituzionalità e di tutela della concorrenza.


Confermate invece le anticipazioni sull’introduzione del meccanismo dell’accisa mobile per calmierare il prezzo nel caso in cui ci dovessero essere altre pressioni al rialzo. Il taglio delle accise, si legge nel testo bollinato del decreto, «può essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Def». Il decreto tiene anche conto «dell’eventuale diminuzione» nella media del quadrimestre precedente. Cosa significa? Bisogna innanzitutto partire dal prezzo del petrolio indicato nel Def, il documento di economia e finanza. Il governo ha previsto che per il 2023 il petrolio avrà un costo di 90 dollari. Se il prezzo sul mercato nei prossimi due mesi supererà i 90 dollari, scatterà l’accisa mobile. I soldi della tassa invece di andare allo Stato, saranno usati per ridurre il prezzo alla pompa. Attualmente però, il prezzo del petrolio oscilla attorno agli 80 euro. Questo vuol dire che l’accisa mobile non scatterà mai? No, perché il decreto dice anche che se il prezzo per quattro mesi sarà inferiore a quello previsto dal Def, si prenderà il valore minore come parametro per far scattare gli sconti. In fin dei conti si tratta di una sorta di stabilizzazione del prezzo, un modo per far sì che non possa superare alcune soglie.

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