Variante Delta, Sputnik protegge dagli effetti più gravi. Lo studio: «Ricoveri giù dell'81%»

Sputnik V sarebbe in grado di proteggere dagli effetti più gravi della variante Delta del Covid. Lo fa sapere “Science” riportando uno studio su quasi 14.000...

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Sputnik V sarebbe in grado di proteggere dagli effetti più gravi della variante Delta del Covid. Lo fa sapere “Science” riportando uno studio su quasi 14.000 persone che mostra come il vaccino russo, dopo due dosi, sarebbe in grado di «ridurre il rischio di ospedalizzazione dell'81%» e di aiutare «a prevenire gravi lesioni polmonari».

 

 

Sputnik V, ricorda “Science”, è ora autorizzato in 69 paesi. Ma non ha ancora superato l'esame dell'Agenzia europea per il farmaco. Inoltre, le ultime ondate di Covid «hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che i vaccini non proteggano tanto contro Delta quanto contro i ceppi precedenti, o sul fatto che la protezione dei vaccini possa essere di breve durata. Tuttavia, un recente studio su Pfizer-BioNTech e AstraZeneca ha scoperto che sono ampiamente efficaci contro Delta». Quindi ci si chiede: come si comportano gli altri vaccini contro questa mutazione? Per quanto riguarda Sputnik V, “Science” sintetizza i risultati di uno studio fatto a San Pietroburgo.

E spiega: «Come altre città in Russia, San Pietroburgo ha istituito centri di triage dove i pazienti con una diagnosi confermata di Sars-Cov-2 e sintomi di Covid-19 vengono sottoposti a una tomografia computerizzata a basso dosaggio dei polmoni per verificare se hanno bisogno di essere ricoverati. Un team guidato dall'epidemiologo Anton Barchuk dell'Università europea di San Pietroburgo ha chiesto ai medici di due di questi centri di informarsi anche sullo stato vaccinale dei pazienti».

La ricerca è stata condotta su 13.894 persone, 1.291 delle quali erano completamente vaccinate: dei partecipanti, 495 sono stati ricoverati in ospedale. «Sputnik V ha offerto ai pazienti completamente vaccinati, che avevano avuto la loro seconda dose almeno due settimane prima di andare al centro di triage, l'81% di protezione contro il ricovero in ospedale. L'efficacia era leggermente migliore nelle donne che negli uomini, 84% contro 76%. E anche se lo studio non ha confermato le varianti virali dei pazienti, le autorità sanitarie russe hanno attribuito il 95% dei casi di Covid alla variante Delta nei mesi di luglio e agosto, quando lo studio è stato condotto». I ricercatori hanno inoltre scoperto «che Sputnik V ha avuto il 76% di efficacia nel proteggere da gravi lesioni polmonari».

La ricerca infine «non ha misurato la protezione contro l'infezione da Sars-Cov-2 o forme lievi di malattia. Ma i calcoli degli autori, hanno offerto una stima indiretta dell'efficacia contro la malattia sintomatica di circa il 50%». John Moore, immunologo del Weill Cornell Medicine, ha quindi affermato su “Science” che i risultati dello studio «sembrano credibili e anche coerenti con le aspettative. E che la protezione dell'81% contro l'ospedalizzazione è un po' inferiore alla recente efficacia dei vaccini mRna osservati negli Stati Uniti e altrove, ma è comunque molto buona».

Variante Delta raddoppia i rischi di malattia grave e di ospedalizzazione, ma doppia dose di vaccino protegge

In Russia la vaccinazione di massa con lo Sputnik V è andata avanti lentamente: circa il 22% della popolazione del paese è completamente vaccinato. E in realtà, ricorda “Science”, «sono stati condotti solo pochi studi sull'efficacia dello Sputnik. Barchuk spera che ne seguiranno altri, soprattutto vista la diffusione globale della variante Delta». E dice: «Sfortunatamente c'è una carenza di studi per Sputnik rispetto ad altri vaccini. E questo non fa che aumentare le controversie, sia in Russia che a livello globale».

 

 
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Il Messaggero