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Se è vero che i vaccinati con doppia dose possono comunque essere colpiti dal Covid 19, sembra altrettanto vero che il virus ha vita breve: si fermerà nelle narici e non arriverà a penetrare nei polmoni. Studi recenti dimostrano, infatti, che il 12% delle persone con ciclo vaccinale completo può contrarre la variante Delta, molto più trasmissibile della precedente ma è qui che si dimostra la forza dei vaccini: non solo non sviluppano la malattia, ma il virus non riesce nemmeno a entrare con forza nell'organismo fermandosi nelle vie aeree nasali o faringee. Le conclusioni sono state raggiunte da uno studio condotto all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che mostra come su 2.900 vaccinati se ne sono infettati circa 40 (l'1,5%).
Lo studio dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma
«Stiamo osservando che in questo 1,5% di vaccinati la presenza del virus rimane confinata al naso e rinofaringe (il retro del naso), mentre i polmoni sono liberi — spiega Carlo Federico Perno, direttore della Microbiologia e virologia al Bambino Gesù, al Corriere della Sera - Questo avviene perché, dopo il vaccino, nei polmoni sono già presenti le difese contro Sars-CoV-2, mentre nel naso no». In ogni caso, aggiunge l'esperto, la reazione immunitaria nei vaccinati è rapidissima anche nel naso: nel giro di 2-3 giorni gli anticorpi abbattono la carica virale fino al eliminare il virus.
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Quanto dura il virus nei vaccinati
Insomma, un risultato che fa ben sperare chiunque si sia sottoposto a doppia dose di vaccino e debba affrontare una situazione generale che vede aumentare ogni giorno di più i contagi da variante Delta.
Variante Delta eliminata in 72 ore
Il tempo per infettare qualcuno senza vaccino è molto breve e non supera le 72 ore, poi viene annullato definitivamente. I soggetti vaccinati si negativizzano in modo molto più veloce rispetto ai non vaccinati. «La percezione che si ha è che i soggetti vaccinati abbiano una negativizzazione più rapida rispetto ai non vaccinati e questo potrebbe indicare che il periodo di contagiosità sia inferiore — conferma Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma —. Il vaccinato tende ad ammalarsi meno di Covid e sappiamo che un paziente tende a essere contagioso più a lungo rispetto a un soggetto che si infetta semplicemente, come appunto un vaccinato che si può infettare ma non sviluppa malattia grave». Quanto alla carica virale dei vaccinati, continua l’esperto, «bisogna vedere quale è il tempo in cui si determina, quindi la carica virale dei primi giorni dal contagio può essere uguale a un non vaccinato, ma poi il vaccinato tende a ridurre più rapidamente la carica virale rispetto all’altro». Questo, conclude Andreoni, «è comunque un argomento che dovrà essere ulteriormente indagato».
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Il Messaggero