Operata al cervello per un tumore maligno di basso grado mentre suonava il violino. L'intervento è stato eseguito nell'Ospedale Santissima Annunziata di Taranto su...
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«La combinazione tra un bioma di basso grado e un paziente che suona uno strumento che si possa portare in sala operatoria, è abbastanza rara», racconta Costella, «quando la lesione si trova nella zona nobile del cervello come l'area della parola, è indispensabile che il paziente resti sveglio perchè durante l'asportazione del tumore deve partecipare. In questo caso la giovane musicista ha potuto indicare quale fosse lo stato della mobilità fine delle sue dita, la coordinazione. E attraverso quello che diceva eravamo in grado di controllare la sua capacità di parola».
José Enrique vince la partita più importante: guarito dal tumore al cervello Non solo, spiega il neurochirurgo, «se il paziente è sveglio, si può allargare il margine dell'asportazione con rischi minimi o assenti». Passando dalla parte del paziente, è facile immaginare che essere sottoposti ad un intervento al cervello per ore non sia propriamente una passeggiata. Tuttavia i medici spiegano che se una persona in sala operatoria può collaborare, in un certo senso l'ansia viene tenuta a bada. «Quando abbiamo spiegato alla ragazza come si sarebbe svolta l'operazione, la prima reazione è stata di stupore», dice Costella, «poi però la sensazione di poter tenere sotto controllo la situazione ha prodotto un effetto tranquillizzante, anzi di vera contentezza».
Durante l'intervento, a cui hanno preso parte anche il chirurgo Nicola Zelletta e l'anestesista Angelo Ciccarese, i medici si sono avvalsi dall'ausilio di dispositivi di ultima generazione come il neuronavigatore e il monitoraggio neurofisiologico.
Il Messaggero