Tumore al seno, si potrà evitare la chemio: via libera Aifa al nuovo farmaco

Per il tumore metastatico al seno si potrà dire addio alla chemioterapia anche in Italia. È stata infatti approvata dall'Aifa e pubblicata in...

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Per il tumore metastatico al seno si potrà dire addio alla chemioterapia anche in ItaliaÈ stata infatti approvata dall'Aifa e pubblicata in Gazzetta ufficiale la rimborsabilità dell'abemaciclib, un nuovo farmaco sviluppato e prodotto da Lilly che è un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti (Cdk 4&6). In una terapia insieme a un altro farmaco della terapia ormonale, il fulvestrant, l'abemaciclib ha portato a migliorare l'aspettativa di vita, con una mediana di 46,7 mesi rispetto ai 37,3 mesi di solo trattamento con fulvestrant. Questo risultato, secondo gli studi, sarà un'arma chiave per le 10mila nuove pazienti italiane che ogni anno lottano contro un carcinoma mammario in stadio avanzato.


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Il farmaco è disponibile anche sul mercato italiano per tutte le pazienti, in pre, peri e post-menopausa, con carcinoma mammario avanzato o metastatico positivo ai recettori ormonali (Hr+), negativo al recettore del fattore umano di crescita epidermico di tipo 2 (Her2-). È il tipo di tumore del seno più frequente, che riguarda circa il 70% del totale dei casi in stadio avanzato. «Abemaciclib - spiega Pierfranco Conte, docente di oncologia medica all'Università di Padova e direttore della divisione di oncologia medica 2, all'Istituto oncologico veneto - porta con sé numeri davvero importanti per moltissime donne con tumore del seno metastatico. Questo farmaco è un inibitore selettivo molto efficace in grado di prolungare il controllo della malattia nelle pazienti con tumore al seno sensibile agli ormoni».

  «Questo farmaco - spiega Conte - è un inibitore selettivo molto efficace in grado di prolungare il controllo della malattia nelle pazienti con tumore al seno sensibile agli ormoni. Aveva già mostrato un notevole beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione, ma ora, i risultati del Monarch 2, mostrano un miglioramento significativo anche nella sopravvivenza globale delle donne affette da carcinoma mammario avanzato HR+, Her2-. Ora queste pazienti hanno un'opzione di trattamento che può consentire loro un allungamento di vita. Non dimentichiamo che quando ricevono una diagnosi di carcinoma mammario avanzato, le pazienti apprendono anche che la loro malattia, per quanto possa essere gestita, rimane incurabile. Oggi possiamo offrire una speranza in più». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero